l biglietto sul frigorifero: l’ultimo gesto d’amore
Il piccolo Giovanni Trame, appena 9 anni, aveva lasciato sul frigorifero un bigliettino per il papà Paolo, parole semplici ma cariche di affetto: “Ti voglio bene più di tutto. Sei il papà migliore del mondo. Ti voglio bene”. Il messaggio è stato mostrato durante la punta della Vita in diretta del 19 novembre. Accanto ai messaggi d’amore, i suoi teneri appellativi per le anatre che amava tanto, segno di un bambino solare, innocente e pieno di curiosità. Quel gesto, oggi tragicamente sospeso nel tempo, è diventato l’ultimo ricordo di una vita spezzata dalla violenza più crudele: l’infanticidio commesso dalla madre, Olena Stasiuk.

La felicità con il papà e il trauma del primo incontro non protetto
Qualche giorno prima della tragedia, Paolo aveva confidato a un’amica, Gloria, che Giovanni era turbato dal primo incontro non protetto con la madre. Il bambino desiderava restare con il papà, con cui condivideva ogni momento: dallo sport alle passeggiate. “Voleva insegnargli a pattinare. Lo tirava su bene ed era molto attento alla sua educazione”.
Ogni giorno era un’occasione per imparare, ridere, crescere. Il padre raccontava con orgoglio la bontà del figlio, la sua generosità verso i compagni, la sua capacità di portare gioia a chiunque gli stesse vicino. “Quando aveva le caramelle le condivideva con i compagni. Tutti gli volevano bene”. Giovanni non aveva mai espresso parole cattive verso la madre, segno di un cuore puro e rispettoso, ma quel primo incontro lo aveva profondamente segnato.
La comunità si stringe attorno al dolore
Il piccolo non è più tra noi, ma il ricordo della sua dolcezza continua a vivere tra amici, compagni di scuola e cittadini di Muggia, Trieste. Davanti alla casa dove Giovanni è stato ucciso, fiori, lumini, biglietti e giocattoli vengono deposti in un silenzioso pellegrinaggio di dolore. Ognuno vuole testimoniare affetto e vicinanza, rendere omaggio a un bambino che, nonostante la sua brevissima vita, ha lasciato un segno indelebile.
Funerali pubblici e il vuoto della perdita
Il parroco don Andrea Destradi, da tempo vicino al papà Paolo, ha reso noto che i funerali del piccolo saranno pubblici, a meno che il padre non decida diversamente. La funzione deve ancora ricevere il nulla osta della Procura, dopo l’autopsia sul corpo del bambino, ma la comunità attende con ansia il momento di dare un ultimo saluto a Giovanni. Il vuoto lasciato dalla sua assenza è enorme, e ogni gesto, ogni fiore deposto, è un grido silenzioso di amore e memoria.
Un’infanzia spezzata dalla violenza
La storia di Giovanni Trame è la fotografia di una tragedia annunciata e inaccettabile. Un bambino che aveva imparato a dare affetto, a condividere, a rispettare, stroncato dalla violenza di chi avrebbe dovuto amarlo. Dietro il dolore, il rimpianto e la rabbia, c’è la necessità di raccontare la sua vita, di ricordare la sua bontà e il suo sorriso. Un monito silenzioso per una società che deve proteggere i più piccoli, perché nessun biglietto sul frigorifero dovrebbe diventare l’ultima testimonianza di una vita spezzata.

