Noemi e Vincenzo RiccardiNoemi e Vincenzo Riccardi

L’omicidio in casa a San Paolo Bel Sito: ‘Ero esasperato, non ce la facevo più’

“Ero esasperato, non ce la facevo più”. Così Vincenzo Riccardi, 25 anni, ha spiegato ai carabinieri la tragedia compiuta oggi, 19 novembre, nel pomeriggio, in un’abitazione di San Paolo Bel Sito – vicino Nola – in provincia di Napoli.  In preda a quello che ha definito un “raptus di follia”, Vincenzo ha accoltellato la sorella Noemi, 23 anni, infliggendole almeno sei fendenti con un coltello da cucina, mentre la madre era assente. Dopo il delitto, l’uomo ha compiuto un gesto agghiacciante: ha videochiamato la madre per mostrarle il corpo esanime della figlia.

Il quadro familiare: tra sofferenza e isolamento

Entrambi i fratelli erano seguiti da un centro di salute mentale e vivevano insieme alla madre, assente al momento dell’aggressione. Secondo quanto riferito dai vicini e dalle fonti investigative, la coppia di fratelli conviveva sotto uno stesso tetto, ma con fragilità emotive e psicologiche che, forse, non erano state completamente comprese. La tragedia mette in luce quanto l’isolamento e i disturbi mentali possano trasformare tensioni familiari in episodi irreversibili di violenza.

I carabinieri sul luogo della tragedia
I carabinieri sul luogo della tragedia

L’intervento dei carabinieri

Subito dopo l’omicidio, Vincenzo ha chiamato il 112 e ha confessato l’accaduto. I carabinieri della compagnia di Nola sono intervenuti immediatamente nell’abitazione in via San Paolo Bel Sito, trovando il giovane ancora sul posto. Ai militari ha confermato quanto detto al telefono, ripetendo di aver agito in preda a un raptus. Attualmente, Vincenzo Riccardi si trova negli uffici della compagnia dei carabinieri, dove viene interrogato sotto la supervisione del pm Antonella Vitaglione, che coordina le indagini per la Procura di Nola.

La dinamica dell’omicidio

Secondo le prime ricostruzioni, l’arma utilizzata è stata un comune coltello da cucina. Dopo aver colpito Noemi, Vincenzo ha fatto prima la videochiamata alla madre, mostrando il corpo senza vita della sorella, e poi ha contattato le forze dell’ordine, consegnandosi spontaneamente. L’orrore di quell’atto lascia sgomenta la comunità: un gesto compiuto in pochi attimi, ma con conseguenze irreversibili.

L’impatto sulla comunità

La notizia dell’omicidio ha sconvolto la comunità di San Paolo Bel Sito. La tragedia di una famiglia normale, alle prese con problemi di salute mentale, fa riflettere sulla fragilità dei rapporti domestici e sull’urgenza di sostegno per chi soffre di disturbi psicologici. Vicini e concittadini hanno espresso sgomento e incredulità, mentre la Procura sta indagando per chiarire ogni dettaglio del terribile episodio.

L’orrore raccontato da Vincenzo

Le parole del giovane al momento della confessione sono un macigno: “Non ce la facevo più, è stato un momento di follia”. Non ci sono scuse per l’atto, ma la confessione evidenzia la disperazione di un ragazzo che conviveva con fragilità psichiche e tensioni domestiche. Il caso apre interrogativi profondi sul ruolo della salute mentale nella prevenzione della violenza familiare e sulla capacità di intervenire prima che la tragedia si consumi.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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