Marco Eletti con il padreMarco Eletti con il padre

Marco Eletti rispondeva anche del tentato omicidio della madre

La Corte d’assise d’appello di Bologna ha riaperto la pagina più cupa della storia familiare di San Martino in Rio, ribadendo la condanna a 24 anni e due mesi per Marco Eletti, 36 anni, riconosciuto colpevole dell’omicidio premeditato del padre Paolo, 58 anni, e del tentato omicidio della madre Sabrina Guidetti. La decisione, sancita nel tardo pomeriggio di lunedì 12 maggio, segue il rinvio disposto dalla Cassazione lo scorso novembre, con cui i giudici supremi avevano invitato i togati bolognesi a verificare la presenza del dolo specifico nell’aggressione ai danni del genitore dell’ex concorrente de L’Eredità.

Un delitto consumato tra le mura domestiche

Era il 24 febbraio 2021 quando la quiete di un’abitazione di campagna venne spezzata da grida e colpi secchi. Eletti, reo confesso, aveva fatto trovare la madre stordita da bignè intrisi di benzodiazepine e con i polsi tagliati, mentre il padre giaceva esanime da un colpo di martello. Nella scorsa ora il collegio d’appello ha ricostruito minuziosamente i tragici fatti, confermando l’impianto accusatorio basato su prove testimoniali, esami forensi e la confessione spontanea dell’imputato.

La premeditazione resta cardine della pena

Al centro del dibattimento tornava la questione della premeditazione: secondo l’accusa, Eletti pianificò l’aggressione approfittando della notte e del rapporto di fiducia con i genitori. La difesa, invece, aveva sostenuto che l’uccisione del padre fosse scaturita da un “raptus” successivo al tentativo di avvelenare la madre. Ma i giudici, sia in primo che in secondo grado, hanno riconosciuto il dolo specifico, aggravato dalla relazione parentale e dalla crudeltà mostrata, ribadendo così la validità della pena originale.

Nuovo ricorso in Cassazione

Al termine della lettura della sentenza, la difesa ha già annunciato la volontà di presentare un nuovo ricorso in Cassazione. Le motivazioni, attese entro novanta giorni, saranno il fondamento di un ultimo scontro tra le parti: da un lato l’accusa, decisa a blindare la condanna, dall’altro gli avvocati di Eletti, che puntano a far valere la circostanza attenuante dell’impeto.

Di Giuseppe D'Alto

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *