Il ritorno di Annalisa con il brano “Maschio” ha avuto un impatto immediato: entrata direttamente nella top 20 della classifica FIMI, la canzone ha conquistato i fan, ma ha anche sollevato un polverone mediatico per via di alcune liriche considerate provocatorie. In particolare, il ritornello ha attirato l’attenzione (e le critiche):
“Ma te lo giuro su Maria. L’amore cieco è una teoria. Non parli mai di gelosia, ma io lo so, anche un maschio a volte piange. Se fossi nella tua camicia o anche più giù, mi diresti: “Pervertita” o peggio: “Fai tu”. Ma perdona i miei peccati come ha fatto Gesù, come hai fatto con le altre”.
Pillon all’attacco: ‘Una provocazione blasfema’
A criticare duramente la cantante è stato l’ex senatore Simone Pillon, che in un tweet ha accusato Annalisa di “inneggiare al cambio di genere” e di “dileggiare Gesù e la Madonna”. Il messaggio ha trovato eco su diverse testate conservatrici, tra cui La Verità, dove il giornalista Alessandro Rico ha scritto:
“La provocazione sa di vecchio… Annalisa indulge a un gratuito e inutile dileggio della religione, spernacchiando Cristo e la Madonna in un quadretto di erotismo da recitina”.
La difesa dei fan e il dibattito sulla libertà artistica
In rete, i fan della cantante hanno reagito con forza, difendendo la libertà espressiva dell’artista e sottolineando come le sue parole siano parte di un linguaggio metaforico e provocatorio, ma non offensivo. Per molti, Annalisa tocca temi profondi come la fluidità di genere e il patriarcato con ironia e consapevolezza.
Inneggia al cambio di genere, propone di invertire Adamo ed Eva e invoca Gesù e Maria come testimonial del transessualismo (te lo giuro su Maria, perdona i miei peccati come ha fatto Gesù).
— Simone Pillon (@SimoPillon) May 19, 2025
Anche Annalisa prova a rilanciare le vendite con un patetico dileggio del Signore Gesù e… pic.twitter.com/J7Zd9uKH7J
Il tema della religione nella musica pop
Non è la prima volta che la religione viene evocata in modo controverso nella musica pop. Da Madonna a Lady Gaga, passando per Achille Lauro, l’utilizzo di simboli e nomi religiosi ha spesso fatto discutere. La differenza, nel caso di Annalisa, sta forse nel tono più intimo e narrativo che nel desiderio di provocare a ogni costo.
Conclusioni: provocazione o riflessione?
In definitiva, “Maschio” rappresenta un brano che divide, come spesso accade quando si toccano corde delicate come la religione e l’identità di genere. Ma proprio da queste fratture culturali emergono spesso le discussioni più rilevanti. Provocazione gratuita o stimolo alla riflessione? Il pubblico è chiamato a scegliere.