Alta tensione tra la Rai e il Comune di Sanremo per il FestivalAlta tensione tra la Rai e il Comune di Sanremo per il Festival

La frattura tra Rai e Comune di Sanremo

Il clima tra la Rai e il Comune di Sanremo è teso come non mai. Tutto è iniziato nel dicembre scorso, quando il TAR della Liguria ha dato il via libera a una gara pubblica per l’assegnazione dell’organizzazione del Festival della Canzone Italiana. Una svolta storica, che ha aperto la porta ad altre emittenti televisive.

Le richieste economiche del Comune fanno discutere

Il Comune di Sanremo ha fissato nel bando condizioni economiche più rigide rispetto al passato:

  • 6,5 milioni di euro come base per l’assegnazione, contro i 5 milioni ricevuti mediamente negli anni scorsi.
  • Un 30% in più sui ricavi derivanti dallo sfruttamento del marchio “Sanremo”.
  • L’1% degli introiti pubblicitari, che nel 2025 sono stati circa 65 milioni di euro.

A ciò si aggiunge la richiesta di quattro nuovi show da realizzare in città a corredo del Festival.

Solo la Rai si presenta al bando, ma qualcosa scricchiola

Alla scadenza del bando, l’unica emittente a presentarsi è stata la Rai. Nessuna proposta da parte di Mediaset o Discovery. Tuttavia, questo non ha tranquillizzato i vertici di Viale Mazzini, che hanno mal digerito le condizioni del Comune.

Secondo quanto riportato da Il Messaggero, la Rai starebbe valutando location alternative. Il malcontento interno è crescente, alimentato anche dalle critiche dell’industria discografica verso le strutture sanremesi, ritenute ormai inadatte a un evento di tale portata.

Le ipotesi sul tavolo: dal mare all’entroterra

Se l’edizione 2026 resterà a Sanremo per motivi logistici, dal 2027 in poi lo scenario potrebbe cambiare radicalmente. Diverse le città pronte a raccogliere il testimone:

  • Torino, già teatro dell’Eurovision 2022
  • Viareggio, con la Versilia indicata da alcuni dirigenti Rai
  • Costiera Amalfitana, per non perdere il legame col mare
  • Rimini, in corsa con il supporto della Regione Emilia-Romagna
  • Paestum, nel Cilento, tra le novità più suggestive
  • Gargano, come opzione pugliese
  • Senigallia, tra le ipotesi citate nelle ultime ore

Il Festival potrebbe diventare itinerante

Un’idea suggestiva emersa nelle ultime ore è quella di rendere itinerante il Festival: due anni in una città, due in un’altra. Sorrento, Ravenna, Calabria, Sicilia sono solo alcune delle alternative citate, ma la lista potrebbe allungarsi.

Durante la presentazione dei palinsesti Rai, l’amministratore delegato Roberto Sergio ha sottolineato la necessità di strutture più moderne, aprendo di fatto a un possibile cambio di sede.

La posizione del Comune di Sanremo

Il sindaco Alessandro Mager, interpellato dall’ANSA, ha preferito non commentare i rumors:

“La commissione sta ancora esaminando la proposta della Rai. I risultati verranno resi noti entro fine settimana”.

Una dichiarazione diplomatica, ma che non cancella il fatto che, per la prima volta in oltre 70 anni, il legame tra Sanremo e il suo Festival non è più scontato.

Il peso della discografia

A complicare il quadro c’è anche l’industria discografica, schierata apertamente con la Rai. Le richieste di spazi più adeguati e visibilità crescente per artisti e professionisti spingono verso un cambiamento strutturale dell’evento.

Strategia o rottura vera?

Resta da capire se quella della Rai sia una mossa strategica per riequilibrare i rapporti o l’inizio concreto di un percorso che porterà il Festival lontano da Sanremo.

Nel contesto odierno, anche le trattative culturali sembrano seguire la logica del braccio di ferro. E questa volta, Sanremo rischia davvero di perdere il suo evento simbolo.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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