Lele Adani e Fabio CaressaLele Adani e Fabio Caressa

Una batosta netta, quasi umiliante. L’Italia affonda 3-0 sotto il cielo cupo di Oslo, in una serata che rischia di segnare già il cammino verso i Mondiali del 2026. Una sconfitta totale, tecnica, tattica e mentale. Ma tra le pieghe della disfatta, a prendersi la scena è anche Daniele Adani.

Durante la telecronaca su Rai 1 le sue parole hanno riproposto in modo inequivocabile il confronto acceso andato in scena lo scorso gennaio con Fabio Caressa. Una polemica diventata virale sul valore della Norvegia e sulla leggerezza con cui alcuni avevano bollato come “irrilevante” l’insidia scandinava.

«Io temevo molto questa partita. Chi sa di calcio, sapeva delle difficoltà. Che brutta lezione Alberto (Rimedio). Chi racconta il calcio in maniera seria, conosce i campionati, ha rispetto del gioco e per professione controlla il valore dei giocatori sapeva che questa era una sfida difficile. Mai però avrei pensato a un 3 a 0 »


Il precedente: quando Caressa minimizzava la Norvegia

Tutto parte da gennaio, quando Adani aveva messo in guardia sull’eventualità di pescare la Norvegia nel girone di qualificazione. Secondo lui, quella scandinava era una squadra completa, ricca di talento e sottovalutata.

Una visione che Fabio Caressa, giornalista e telecronista Sky, aveva ridimensionato con ironia durante una puntata della sua rubrica:

«Haaland è stato annullato da Gatti. La Norvegia non fa i Mondiali dal 1998, non fa gli Europei dal 2000. Se dobbiamo avere paura della Norvegia, stiamo a casa».

Una frase che aveva fatto infuriare Adani, che aveva risposto senza giri di parole:

«Chi sa di calcio sa che la Norvegia è una squadra forte. Sorloth, Haaland, Odegaard non sono solo forti, sono fenomeni. Non li abbiamo noi giocatori così.
Qualche cogl*** che non sa fare questo lavoro ma ci guadagna da trent’anni va fuori e dice: “Ma se adesso abbiamo paura della Norvegia?”. Ma cogl***, te lo dico in italiano: l’Italia è uscita con la Macedonia del Nord e con la Svezia».


A Oslo si consuma la rivincita

Il 3-0 incassato dagli Azzurri dà nuova linfa alla posizione di Adani. E lui, in telecronaca, lancia segnali inequivocabili:

«Non era solo Haaland. Questa è una squadra che gioca, che ha qualità, che ha un’identità. Lo dicevamo da tempo: bastava studiarla.»

Un’altra stoccata che pare indirizzata proprio a chi, nei mesi scorsi, aveva ridotto il valore della Norvegia al solo centravanti del Manchester City. Nelle sue analisi durante e dopo la gara, Adani ha insistito sulla “preparazione culturale” al calcio, sulla necessità di leggere le partite prima che si giochino.


Il campo ha parlato: Italia annichilita, Norvegia brillante

In campo, i fatti: dominio norvegese nel primo tempo, tre gol subiti, pochissime reazioni azzurre. Sorloth, Nusa e Haaland hanno colpito con spietata freddezza, ma a impressionare è stata soprattutto la struttura del gioco dei padroni di casa: aggressivi, intensi, ordinati.

Spalletti ha provato a cambiare qualcosa nella ripresa, senza ottenere reazioni significative. E mentre l’Italia sprofondava, il microfono di Adani restituiva parole pesanti, pronunciate con la fermezza di chi aveva suonato l’allarme mesi prima, ignorato da molti.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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