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L’ex difensore firmerà un contratto biennale

Cristian Chivu è a un passo dal diventare il nuovo allenatore dell’Inter. L’ex difensore rumeno, eroe del Triplete e attuale tecnico della Primavera, potrebbe firmare già domani un contratto biennale con il club nerazzurro. La decisione della dirigenza arriva al termine di giorni convulsi, seguiti all’addio di Simone Inzaghi dopo la pesante sconfitta nella finale di Champions League contro il Manchester City.

La scelta di puntare su Chivu non ha però entusiasmato la tifoseria, che sui social esprime scetticismo e delusione. “Chivu è il nuovo Stramaccioni”, scrive un utente su X. “Come si fa anche solo a pensarci?”, si legge in un altro commento. Nel mirino finisce anche la dirigenza: “È stato un grande difensore, magari diventerà un grande allenatore. Ma con 10 partite in Serie A non si può pensare di affidargli subito la panchina dell’Inter”.

Scartate le alternative: no da Como per Fabregas

La svolta arriva dopo il rifiuto del Como di liberare Cesc Fabregas, contattato nei giorni scorsi dai dirigenti nerazzurri. Con un comunicato dai toni fermi ma rispettosi, il club lariano ha chiuso ogni spiraglio: “Abbiamo comunicato il nostro rifiuto direttamente al presidente dell’Inter, che lo ha riconosciuto con cortesia e chiarezza. Per questo, trattiamo le voci insistenti come pura fantasia: difficilmente si insisterebbe dopo una risposta tanto netta”.

Scartata anche l’ipotesi Patrick Vieira, e dopo alcuni sondaggi esplorativi all’estero, l’Inter ha quindi accelerato su Chivu. Il via libera è già arrivato dal Parma, dove il rumeno era sotto contratto dopo aver ottenuto la salvezza nella stagione appena conclusa. Firmerà nelle prossime ore un contratto biennale ma l’intesa è già raggiunta sotto ogni aspetto.

Un volto familiare, ma con poca esperienza

Amato dalla tifoseria per il suo passato in campo con la maglia nerazzurra, Chivu resta però un tecnico con un curriculum limitato a livello professionistico. Nato nel 1980, ha indossato la maglia dell’Inter dal 2007 al 2014, vincendo tutto con José Mourinho. Il 6 gennaio 2010 fu protagonista di uno dei momenti più drammatici del calcio italiano, quando un violento scontro di gioco con Sergio Pellissier gli causò una frattura al cranio. Da allora giocò con un caschetto protettivo, diventato il suo simbolo.

Dopo il ritiro, ha intrapreso la carriera da allenatore nel settore giovanile dell’Inter. Dal 2021 ha guidato la Primavera, mostrando buone qualità gestionali e tecniche. Il passaggio alla prima squadra segna un salto importante e non privo di rischi.

Un’Inter da ricostruire

La squadra si trova in un momento complicato, sia emotivamente che tecnicamente. L’addio di Inzaghi, la batosta subita a Monaco e le lacrime social di giocatori come Lautaro Martinez raccontano di uno spogliatoio in crisi. Toccherà a Chivu ricostruire il morale del gruppo, gestire un probabile ringiovanimento della rosa e affrontare fin da subito una sfida importante: la trasferta americana per il Mondiale per Club.

Il paragone che circola in queste ore è con Andrea Pirlo, chiamato alla guida della Juventus nel 2020 dopo l’esperienza con l’Under 23: due trofei vinti ma anche un addio dopo appena una stagione. Chivu spera in un destino diverso. Intanto, domani è attesa la firma. Il resto, lo dirà il campo.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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