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Morto Carletto Mazzone, il calcio era più bello con il ‘Sor Magara’: il papà di tanti campioni (VIDEO)

Il calcio italiano piange Carletto Mazzone. Il vulcanico ed amato allenatore è deceduto ad Ascoli Piceno sabato 19 agosto all’età di 86 anni. Era nato a Roma il 19 marzo del 1937. Il primatista di panchine, veterano dei tecnici, ‘padre’ adottivo di tanti calciatori.

Carlo Mazzone è morto all’età di 86 anni: dalla storica promozione con l’Ascoli di Rozzi alla corsa irrefrenabile di Brescia

Una lunga carriera da allenatore di calcio, tra le squadre guidate in serie A il Bologna, il Perugia, il Brescia e la Roma. Proprio con il club giallorosso, la sua squadra del cuore, lanciò in prima squadra Francesco Totti. Conosciuto come Sor Carletto, era il detentore di record di panchine in serie A: 792 quelle ufficiali, 797 considerando anche i cinque spareggi. Nel 2019 gli è stata intitolata la nuova tribuna Est dello stadio “Cino e Lillo Del Duca” di Ascoli Piceno, e nello stesso anno è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano. 

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Indimenticabile la sua corsa sotto la curva dell’Atalanta dopo la clamorosa rimonta del Brescia, trascinato da Roberto Baggio, da 1-3 a 3-3 con gol in pieno recupero. In molti ricordano anche la sua conversazione in treno con Oronzo Canà (Lino Banfi) nel film L’allenatore nel pallone 2.  Il ‘sor Magara‘ – epiteto guadagnato dal suo modo romano di storpiare l’esclamazione, moltiplicandola all’infinito – non è stato soltanto un allenatore di calcio ma anche, per molti ragazzi che hanno lavorato con lui, un secondo padre… Non a caso un film a lui dedicato è intitolato così.

Recordman di panchine, fece debuttare Totti in serie A, Guardiola gli dedicò la vittoria della Champions League

Perché tutti conoscono il tecnico, ma pochi hanno conosciuto veramente l’uomo che c’era dietro e quanto sia stato importante per la carriera e la vita di gente come Totti, Baggio, Guardiola (che gli dedicò la vittoria della Champions del 2009), Materazzi, Toni, Pirlo e tanti altri. E ad Ascoli il suo nome rimarrà per sempre legato, perché fu lui, da allenatore, a regalare la prima storica promozione in serie A alla squadra marchigiana con Costantino Rozzi, altra icona del calcio verace, presidente di quella indimenticabile squadra.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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