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Addio Burgnich, la ‘roccia’ scolpita nell’eternità, il ricordo di Mazzola e Boninsegna

Per tutti era Tarciroccia, inossidabile e insuperabile. Tarcisio Burgnich era l’incubo degli attaccanti che non dormivano sonni tranquilli la sera prima di incrociarlo. Il soprannone di ‘roccia’ gli era stato attribuito dal compianto Armando Picchi (deceduto 50 anni fa). In campo era difficile divincolarsi anche per cecchini micidiali come Boninsegna e Riva. L’Italia oggi, 26 maggio, perde un altro pezzo della sua storia calcistica.

Armando Picchi lo soprannominò ‘roccia’

Marcatore implacabile, il friulano di Ruda è stato uno migliori interpreti del ruolo al mondo. Burgnich si è spento a 82 anni la notte scorsa a Forte dei Marmi, in Versilia, dove viveva da tempo. Aveva esordito in serie A a 19 anni con l’Udinese, poi una breve esperienza alla Juventus, il Palermo fino all’epopea nerazzurra, dal 1962 al 1974, prima di approdare al Napoli. Con lInter di Helenio Herrera vinse tutto, dalla Coppa dei Campioni alla Coppa Intercontinentale.

Tarcisio Burgnich

Con l’Inter vinse tutto, in Nazionale titolo Europeo e la finale mondiale contro Pelè

Strepitosa anche la carriera in Nazionale con il titolo Europeo nel 1968 e la finale mondiale in Messico nel 1970. Realizzò il gol del momentaneo pareggio nell’indimenticabile semifinale Italia-Germania 4-3. Più volte ha raccontato l’aneddoto del cambio di marcatura in occasione del gol di Pelè. Tarciroccia aveva appena ricevuto l’input e non si era posizionato nel migliore dei modi.

“Il ‘Tarcio’ era il mio difensore preferito, anche quando mi marcava e mi menava nelle partitelle di allenamento. Prendeva l’attaccante più forte della squadra avversaria e lo seguiva fino a bordocampo, anche fuori a volte. Era una delle colonne della Grande Inter, un professionista esemplare, una persona eccezionale” – ha riferito Sandro Mazzola all’Ansa.

Mazzola: ‘Era il mio difensore preferito anche quando mi menava in allenamento’

Roberto Boninsegna ha raccontato quanto fosse difficile per gli attaccanti affrontarlo. “In Messico ha marcato Pelé benissimo, era l’unico a poterlo fare in quel modo. Era un friulano tosto, e quando manca un amico così è davvero un pessimo momento. Quando giocava lui erano preoccupati tutti gli attaccanti, ne parlavo qualche tempo fa con Riva: ‘che pessima domenica quando gioca Tarcisio”. Burgnich ha allenato dal 1979 al 2001.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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