Andrea Sempio intervistato da Quarto GradoAndrea Sempio

Perché Sempio difende l’avvocato Massimo Lovati

“No. Uno, non c’è nessun segreto su di me che Lovati sa e che potrebbe rivelare. Seconda cosa: dalle apparizioni che ho visto dell’avvocato Massimo Lovati, lui comunque continua a difendermi, continua a riportare che secondo lui io non solo non sono stato, ma sono totalmente estraneo alla vicenda.”

Così Andrea Sempio descrive il suo storico rapporto con Massimo Lovati, legale di riferimento per oltre dieci anni. Nonostante l’incarico sia stato revocato nelle ultime settimane, Sempio sottolinea stima e affetto: “Per l’avvocato Lovati ho sempre rispetto, stima e affetto, perché sono almeno dieci anni che andiamo avanti insieme.”

Ma la pressione mediatica resta il vero ostacolo: “La cosa che mi è pesata di più non è la parte legale del procedimento in corso, ma tutta la parte mediatica. Quello che ti fa andare fuori di testa sono le balle che girano e su cui sei costretto a difenderti.”


Lo scontrino del 13 e 14 agosto: tra confusione e audio del 2017

Sempio affronta il caso dei due scontrini, al centro di voci e supposizioni: “Io ero andato il giorno prima in libreria, ma l’avevo trovata chiusa. Siamo tornati il giorno dopo. Io questa cosa non me la ricordavo. Infatti, quando mi è stata chiesta anche da altri giornalisti, non la ricordavo.”

A conferma, emerge un audio del 2017 in cui Sempio ripercorre la giornata: “Io ero andato il 13, ed ero andato anche il 14. Questa cosa esce adesso, non prevista. Credo sia riprova che non può essere qualcosa fatto apposta.”

Sulle ipotesi di uno scontrino “preso apposta”: “Cosa fai? Vai là in piazza, inizi a girare, a cercare per terra uno scontrino che cade in un orario particolare? È roba tirata per i capelli e basta.”


Denaro, trasmissioni e magistrati: Sempio smentisce tutto

“Sul discorso soldi e trasmissioni non c’è mai stato alcun pagamento da parte di nessuna trasmissione. Il discorso della corruzione del magistrato non ha senso, non tornano le cifre, non tornano le persone, non torna la storia”, chiarisce Sempio.

Anche il tema delle spese annotato dal padre viene spiegato con pragmatismo: “Io lì credo si sia semplicemente confuso. È come quando escono fuori le mie intercettazioni, un pezzettino tagliato cambia il senso.”


L’impronta 44 nella villetta di Via Pascoli: perché Sempio è scettico

Uno dei punti più discussi è l’impronta numero 44 rinvenuta nella villetta dove fu uccisa Chiara Poggi: “Mi sembra strano che in 8 anni di processi se quell’impronta fosse stata una 44 non l’abbiano mai cavalcata prima. Adesso esce e tutti d’accordo che il DNA non fosse leggibile, ora lo è. Questa cosa non mi torna.”

Per Sempio, questi dettagli tardivi rientrano più nel gioco mediatico che in quello processuale.


La posizione di Andrea Sempio: estraneità e attesa

“Non c’entro niente con questa storia. Non lo so, il procedimento che c’è adesso è inevitabile. Mi arriva addosso e devo solo aspettare che passi”, conclude Sempio.

Tra scontrini, impronte e accuse mediatiche, la strategia è chiara: chiarire la propria estraneità, respingere ogni illazione e affrontare il processo con determinazione, lasciando che la verità emerga senza cedere al clamore esterno.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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