Il ricordo di un padre spezzato: “Era un angelo, non beveva, non fumava, lavorava e studiava”
“Mio figlio era un angelo.” Con queste parole, cariche di dolore e amore, Walter Delogu ha affidato ai social il suo straziante saluto al figlio Evan Oscar, morto a soli diciotto anni in un incidente in moto a Bellaria Igea Marina, nel Riminese. L’uomo, noto per essere stato per anni autista e collaboratore di Vincenzo Muccioli nella comunità di San Patrignano e padre della conduttrice e attrice Andrea Delogu, ha scritto un lungo messaggio per ricordare il ragazzo e la sua vita interrotta troppo presto.
Nel post, Delogu racconta chi era Evan: un giovane pieno di impegno, che studiava all’alberghiero, lavorava d’estate al bagno 75 e amava prendersi cura della sua famiglia. “Faceva da mangiare per noi, lavava i piatti, non chiedeva mai un euro. Si era comprato tutto da solo, persino quella maledetta moto”, scrive. Un ritratto intimo e commovente, che restituisce la dimensione quotidiana di un figlio rispettoso, disciplinato, lontano dagli eccessi, e che con ironia il padre chiamava “talebano” o “angelo”.
Chi era Walter Delogu: da San Patrignano alla nuova vita in Romagna
Walter Delogu, 69 anni, nato a Cagliari ma romagnolo d’adozione, ha avuto una vita intensa e segnata da contrasti. Negli anni Ottanta fu l’autista personale di Vincenzo Muccioli, il fondatore della celebre comunità di San Patrignano, dove viveva e lavorava. Con Muccioli ebbe un rapporto complesso e, dopo anni di collaborazione, finì per scontrarsi con lui e lasciare la comunità in circostanze tormentate.
La sua storia è tornata al centro dell’attenzione nel 2020, quando pubblicò insieme all’avvocato Davide Grassi il libro Il braccio destro, testimonianza diretta sugli anni vissuti accanto al fondatore di San Patrignano. Un volume che precedette di poco l’uscita della docuserie Netflix SanPa – Luci e tenebre di San Patrignano, che riaccese i riflettori sulle zone d’ombra della comunità. Dopo quelle esperienze, Delogu ha scelto di dedicarsi alla prevenzione delle dipendenze, collaborando con scuole e associazioni.
Negli ultimi anni aveva cambiato radicalmente vita, lavorando come autista di ambulanze e dedicandosi a incontri pubblici per raccontare la propria rinascita e l’impegno contro la droga. “Mi traduceva gli articoli in inglese sulle nuove sostanze pericolose”, ha scritto di Evan, rivelando il legame profondo e la condivisione di valori tra padre e figlio.
Il dramma di Andrea Delogu: la telefonata mentre andava a Ballando con le stelle, il post di Barbara d’Urso
Anche la sorella maggiore, Andrea Delogu, è stata travolta dal dolore. La conduttrice, che stava per provare una coreografia per Ballando con le stelle, ha ricevuto la notizia della morte di Evan mentre era in macchina. “Il fratello più bello del mondo”, così lo aveva definito in un post pubblicato pochi giorni prima.
Il legame tra i due era profondo. Nonostante la distanza d’età, Andrea aveva sempre parlato con orgoglio del fratello più giovane, di quella purezza che lo distingueva, di un ragazzo che “non faceva mai pesare la sua età” e che sapeva regalare affetto sincero.
Numerosi i messaggi di cordoglio dal mondo dello spettacolo. Tra i primi, quello di Barbara D’Urso, collega di Ballando con le stelle: “Ti abbraccio fortissimo, Andrea. Solo tanto dolore”, ha scritto, accompagnando le parole con un cuore spezzato su sfondo nero.
L’ultimo saluto a Bellaria: i funerali di Evan Oscar
I funerali di Evan Oscar Delogu si terranno domani, venerdì, alle 15 al cimitero di Bellaria. Sarà l’occasione per familiari, amici e conoscenti di stringersi attorno a Walter, Andrea e alla madre del ragazzo.
Bellaria, la città dove Evan era cresciuto e dove si è consumata la tragedia, si prepara a salutare un ragazzo ricordato da tutti come educato, generoso e pieno di vita. “Ho dormito nel tuo letto stanotte – ha scritto ancora Walter – perdonami. Ti abbraccia la mamma e tua sorella. La tua amata moto la venderò, non potrei più vederla. Ti raggiungerò presto, e rideremo insieme come sempre.”
Un addio struggente che trasforma il dolore privato in testimonianza universale: quella di un padre che piange il suo “angelo”, ricordando che dietro ogni tragedia c’è una vita intera, fatta di gesti semplici e di amore puro.

