La gioia dopo il punto decisivo di CobolliLa gioia dopo il punto decisivo di Cobolli

L’impresa di Flavio Cobolli riscrive la storia della Davis italiana

Non è finita finché Flavio Cobolli non decide che è finita. L’Italia vince la sua quarta Coppa Davis, la terza consecutiva, al termine di una sfida che resterà impressa nella memoria degli appassionati. Nella Super Tennis Arena di Bologna, davanti a 10.000 tifosi, il tennista romano completa una rimonta straordinaria contro Jaume Munar e consegna agli azzurri il punto decisivo.

La partita nasce in salita: Cobolli perde 6-1 il primo set e si ritrova immediatamente in difficoltà anche nel secondo. Ma la storia del tennis azzurro, oggi, aveva bisogno di un nuovo eroe.


La gioia dopo il punto decisivo di Cobolli
La gioia dopo il punto decisivo di Cobolli

Primo set disastroso per Cobolli: Munar domina e silenzia l’arena

Il match inizia male: break subìto nel secondo game, poi un rapido crollo che porta l’azzurro sotto 4-0. L’italiano prova a reagire, ma la solidità dello spagnolo è inscalfibile. In appena mezz’ora il parziale si chiude 6-1, con l’Italia improvvisamente costretta a rincorrere.

Il secondo set sembra ricalcare il copione, con Munar che brekka subito e mette pressione.


La svolta nel secondo set: il controbreak, il pubblico e il “fattore Berrettini”

Nel secondo gioco si va ai vantaggi. La partita si ferma per soccorrere uno spettatore colpito da malore: una pausa emotivamente forte. Alla ripresa, Cobolli trova un controbreak miracoloso grazie a riga e nastro.

A quel punto accade qualcosa:

  • Volandri parla con Cobolli a bordo campo,
  • il romano cerca lo sguardo di Matteo Berrettini,
  • il pubblico cambia l’inerzia con una spinta calcistica.

Il set diventa una battaglia punto a punto. Cobolli si porta avanti 6-5, manca quattro set point, poi trascina Munar al tie-break, dove va avanti 6-3, 6-4, 6-5. Alla sesta occasione, chiude. L’arena esplode.


Gli azzurri con la Davis
Gli azzurri con la Davis

Il terzo set è un thriller: equilibrio fino al 5-5, poi l’allungo decisivo

Si procede colpo su colpo fino all’undicesimo game. Lì Cobolli trova due palle break: la seconda è quella buona. Bologna si trasforma in uno stadio, il coro “Italia, Italia” rimbalza sui soffitti.

Flavio serve per il match. Non trema. Chiude. L’Italia è Campione del Mondo.


Siparietto Berrettini – Cobolli: «Mi fa soffrire, dovevi vincere in due set», Bolelli smonta l’insalatiera

«Questa era il mio sogno, il sogno di tutti noi», dice Cobolli al termine del match. Emozionato, ringrazia la squadra, Volandri, il pubblico. Cita il gruppo del 2006, scherza sui videogiochi, canta “Siamo i campioni del mondo”. Poi il simpatico simpatico siparietto con Berrettini al momento dell’intervista Rai. “Mi fa sempre soffrire il ragazzo, due set e via”. Pronta la replica di Flavio. “La fa facile lui, servizio e diritto”.

Un piccolo incidente — Bolelli che fa cadere la base dell’insalatiera — strappa un sorriso a tutti, trasformando la tensione in abbracci.


Bolelli fa cadere il piatto della Coppa Davis
Bolelli fa cadere il piatto della Coppa Davis

Berrettini perfetto: il suo punto spiana la strada al trionfo

Il primo punto di giornata era stato firmato da Matteo Berrettini, impeccabile contro Carreno Busta. Due break chirurgici, gestione perfetta, esperienza e testa. Un match pulito, privo di sbavature.

La nuova generazione del tennis italiano scopre così due volti decisivi:

  • Il ritorno adulto di Berrettini,
  • L’exploit definitivo di Cobolli.

La nuova età dell’oro del tennis italiano

L’Italia vince senza Sinner e senza Musetti. Un segnale enorme per la profondità del movimento. Dopo la settimana magica che ha portato Sinner a battere Alcaraz nelle ATP Finals, l’impresa di Bologna certifica che il tennis tricolore è entrato in una nuova era.

Volandri non ha perso un match in tutta la competizione: Austria, Belgio e Spagna liquidate senza mai ricorrere al doppio.


Binaghi: «Cobolli come Scamacca, merita gli stessi diritti mediatici»

Il presidente federale Angelo Binaghi parla di scommessa vinta per l’organizzazione e rilancia: “Cobolli deve avere pari diritti e opportunità di Scamacca così come la squadra di Davis deve avere gli stessi diritti della Nazionale di calcio. È ora che la Rai riconosca il valore del tennis italiano”.

Un’affermazione che riflette la dimensione di un movimento seguito, amato e finalmente vincente.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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