La tragedia durante le operazioni di recupero del BayesanLa tragedia durante le operazioni di recupero del Bayesan

Il 39enne sub olandese è deceduto durante le manovre di recupero

Un tragico incidente ha sconvolto le operazioni di recupero del Bayesian, il superyacht affondato lo scorso 19 agosto al largo di Porticello, nei pressi di Palermo. A perdere la vita durante un’immersione è stato il sub olandese Robcornelis Maria Huijben Uiben, 39 anni, tecnico esperto al servizio della società Hebo, coinvolta nelle complesse manovre per riportare in superficie il relitto.

Malore improvviso a 50 metri di profondità

Il subacqueo si trovava a una profondità di circa 50 metri quando è stato colto, secondo le prime ipotesi, da un malore improvviso. Non sono state rilevate lesioni o ustioni sul corpo. I tentativi di rianimazione, avvenuti subito dopo il recupero in superficie, si sono rivelati purtroppo vani.

La tragedia è avvenuta nel corso dei lavori preliminari che prevedono il taglio delle strutture più ingombranti, come l’albero maestro alto 72 metri, per consentire alla gru galleggiante Hebo Lift 10 – arrivata da Rotterdam – di sollevare lo scafo ancora intatto. L’intervento è coordinato dalla Procura di Termini Imerese, con il supporto della Capitaneria di Porto e dei Carabinieri.

Il veliero giace a 49 metri di profondità, adagiato sul lato destro. La Hebo Lift 2, una piattaforma galleggiante, era giunta nei giorni scorsi per predisporre gli otto punti di ancoraggio. Si tratta di un’operazione delicata, che coinvolge decine di tecnici e ingegneri marittimi, e che doveva concludersi entro il 20 maggio.

La tragedia del Bayesan

A bordo del Bayesian, al momento del naufragio, si trovavano sette persone, tutte decedute: il magnate inglese Mike Lynch, la figlia Hannah, il presidente di Morgan Stanley International Jonathan Bloomer con la moglie Judy, i coniugi Chris e Neda Morvillo, e il cuoco Recaldo Thomas. Una tragedia che ha scosso profondamente il mondo della nautica e della finanza internazionale.

La notizia della morte del sub ha gettato un’ombra cupa sul complesso progetto di recupero, che pure fino a oggi era avanzato con precisione e nei tempi previsti. Ora, oltre al dolore per la perdita, ci sarà da fare luce sulle responsabilità, anche in termini di sicurezza, di una missione tanto ambiziosa quanto rischiosa.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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