L’unica donna nel braccio della morte in Tennessee
Christa Gail Pike, oggi 48 anni, è l’unica donna condannata a morte nello Stato del Tennessee. La sua storia giudiziaria ha radici lontane: nel 1995, quando aveva appena 18 anni, fu arrestata per il brutale omicidio della coetanea Colleen Slemmer, avvenuto nei boschi del campus agricolo dell’Università del Tennessee, a Knoxville.
Il caso suscitò un enorme clamore mediatico per la ferocia con cui fu commesso il delitto. Secondo le indagini, Pike, insieme al fidanzato di allora, Tadaryl Shipp, attirò la giovane in un’area isolata, dove la ragazza venne picchiata, accoltellata e mutilata. Sul petto della vittima venne inciso un pentagramma, e – dettaglio che scioccò l’opinione pubblica – Pike mostrò in seguito ai compagni di corso un frammento del cranio della giovane uccisa.
Perché il suo caso è considerato storico?
Se l’esecuzione andrà avanti, Christa Pike sarà la prima donna giustiziata in Tennessee negli ultimi due secoli. La Corte Suprema dello Stato ha recentemente fissato le date per quattro esecuzioni capitali, compresa la sua.
Il caso non colpisce soltanto per la brutalità dell’omicidio, ma anche per la giovanissima età della colpevole al momento dei fatti: appena 18 anni. Shipp, complice dell’omicidio, fu condannato all’ergastolo con possibilità di libertà condizionata, mentre Pike ricevette la condanna a morte.
Nel corso degli anni, la sua detenzione è stata segnata da altri episodi violenti: nel 2004 è stata condannata a ulteriori 25 anni per aver tentato di strangolare una compagna di cella.
Quali sono state le richieste di clemenza?
Gli avvocati di Christa Pike hanno più volte chiesto la commutazione della pena, sostenendo che la giovane soffrisse di gravi disturbi mentali al momento del crimine.
Secondo la difesa, Pike sarebbe cresciuta in un ambiente di abusi fisici e sessuali, oltre a soffrire di disturbo bipolare e sindrome da stress post-traumatico, diagnosticati solo dopo l’arresto.
“Con il tempo e le cure – hanno dichiarato i suoi legali – Christa è diventata una donna riflessiva, profondamente pentita del suo crimine”.
Nonostante ciò, i tribunali hanno confermato la condanna a morte, ritenendo che la gravità del reato e la crudeltà con cui fu commesso prevalessero sulle attenuanti.
Quali dubbi ci sono sulle esecuzioni in Tennessee?
L’annuncio dell’imminente esecuzione di Pike riporta in primo piano anche un altro tema: la sicurezza e la trasparenza dell’uso dei farmaci per le iniezioni letali.
Un’inchiesta ha rivelato che nessuno dei farmaci utilizzati nelle esecuzioni dal 2018 era stato testato completamente, e che alcuni funzionari avrebbero addirittura testimoniato il falso in tribunale sulla qualità dei preparati.
Le rivelazioni hanno spinto a sospendere le esecuzioni per tre anni. Ma a maggio, lo Stato ha riavviato il ciclo, e ora quattro condannati, compresa Christa Pike, hanno una data fissata per l’esecuzione.
I legali dei condannati parlano di possibili sofferenze paragonabili a un annegamento o a un soffocamento, citando il caso di Byron Black, giustiziato in Tennessee e risultato affetto da edema polmonare durante l’iniezione letale.
Chi sono gli altri detenuti con data di esecuzione fissata?
Insieme a Christa Pike, la Corte Suprema del Tennessee ha programmato l’esecuzione di altri tre detenuti:
- Tony Carruthers, condannato nel 1996 per un triplice omicidio legato al traffico di droga a Memphis.
- Gary Sutton, condannato per l’omicidio di Tommy Griffin nel 1992, ma che continua a proclamarsi innocente.
- Anthony Hines, condannato per l’accoltellamento di una cameriera di motel nel 1985.
Questi nomi, insieme a quello di Pike, aprono un nuovo e controverso capitolo nella storia della pena capitale negli Stati Uniti.