Gelosia, violenza e sangue in un appartamento di via Tazzoli
Una violenza improvvisa e feroce, consumata tra le pareti silenziose di un appartamento in via Tazzoli, a Prato. È qui che un uomo di 48 anni, cittadino cinese regolare sul territorio italiano, ha colpito più volte la moglie con una mannaia da cucina, recidendole quasi del tutto il polso destro e due dita della mano sinistra. A cercare di fermarlo il figlio maggiore, ventenne, rimasto ferito nella colluttazione. In casa c’era anche la figlia minore, paralizzata dalla paura, ma illesa. L’uomo è stato arrestato poco dopo dalla polizia con l’accusa di lesioni gravissime e maltrattamenti.
La furia e il sangue
È accaduto nella mattina di sabato 1° novembre. La lama pesante della mannaia, un gesto rapido dettato dalla rabbia… Ha colpito l’avambraccio della donna, poi la mano, quasi staccandola. La cucina si è trasformata in una scena di terrore: la madre a terra, sangue sul pavimento, i figli che urlano e chiedono aiuto. Sono stati proprio loro a chiamare la polizia. Quando gli agenti sono entrati nell’appartamento, hanno trovato la donna a terra, gravemente ferita, l’arma insanguinata ancora vicino al lavello e l’aggressore nella stanza, in stato di shock e con contusioni su mani e torace, segni del tentativo del figlio di fermarlo.
La ricostruzione degli inquirenti
La Procura di Prato, guidata dal magistrato Luca Tescaroli, ha ricostruito le prime fasi dell’accaduto. Secondo quanto emerso, l’uomo sarebbe stato ossessionato dall’idea che la moglie avesse una relazione con un altro uomo. Una gelosia malata, alimentata da mesi di litigi, accuse e sospetti. La notte precedente l’ennesima discussione, poi, all’alba, la furia incontrollabile. Nessuna premeditazione complessa, nessun rituale, solo il gesto brutale di chi vuole punire e annientare.
Le condizioni della donna
La donna, 45 anni, è stata soccorsa dal personale del 118 e trasportata d’urgenza all’ospedale Careggi di Firenze. I chirurghi hanno operato per ore, tentando di salvare la mano destra – quasi completamente amputata – e due dita della sinistra, tagliate di netto. È attualmente in prognosi riservata. I figli sono stati affidati a parenti e sono seguiti dagli psicologi dei servizi sociali.
Nessun movente culturale, solo violenza
Gli inquirenti hanno escluso qualsiasi collegamento con punizioni d’onore o pratiche tradizionali. «Non esiste nella cultura cinese contemporanea un gesto che preveda l’amputazione come forma di punizione», spiegano gli investigatori. Qui restano soltanto la violenza e l’ossessione: un uomo che, accecato dalla gelosia, ha scelto di colpire la moglie nel corpo per cancellarne la dignità.
Il contesto familiare e il silenzio del quartiere
In via Tazzoli, a Prato, il portone dell’abitazione resta chiuso. Nessun rumore, nessuna parola. I vicini parlano di una famiglia riservata, “gente che salutava appena”. Nessun segnale evidente di ciò che covava dietro quelle pareti: tensioni, accuse, una convivenza logorata. E poi, all’improvviso, l’esplosione della violenza.
Le indagini
La polizia scientifica ha sequestrato l’arma, i vestiti insanguinati e ha documentato la scena dell’aggressione. Proseguono gli accertamenti della Squadra Mobile per definire con precisione la dinamica. Per l’uomo si sono aperte le porte del carcere. Dovrà rispondere di lesioni gravissime, maltrattamenti in famiglia e potrebbe essere sottoposto a perizia psichiatrica per valutare la capacità di intendere e di volere.

