Sebastiano Visintin ha trascorso le festività di Pasqua in RomagnaSebastiano Visintin

«È una fantasia. Non c’è mai stato nulla». Sebastiano Visintin risponde con fermezza all’ultima accusa indiretta che lo riguarda: quella di una presunta relazione tra sua moglie Liliana Resinovich e un farmacista triestino, ipotesi rilanciata nei giorni scorsi da Claudio Sterpin, l’amico speciale della donna scomparsa nel 2021.

«Lo conoscevamo entrambi. Ma non c’era nulla, solo un’amicizia di vecchia data. Era un amico di infanzia di Liliana».

Una dichiarazione che arriva in diretta durante la trasmissione Quarto Grado e che smentisce con decisione quanto lasciato intendere da Sterpin, che aveva parlato di un legame affettivo maturato negli ultimi tempi tra Liliana e l’uomo che “le avrebbe fatto battere il cuore”.

Chi è il farmacista? L’identikit resta sfocato

Le telecamere del programma di Rete 4 provano a fare luce sull’identità dell’uomo. Alcune farmacie di Trieste smentiscono qualunque coinvolgimento. Solo in una zona centrale, un farmacista ammette di conoscere Liliana da tempo:

«Eravamo cresciuti nello stesso rione, ma poi non ci siamo più frequentati».

Un legame lontano nel tempo, che sembra smentire l’attualità della relazione ipotizzata da Sterpin. Visintin non lo nomina direttamente, ma il riferimento è evidente.

«Non farei mai il suo nome. Ma chi insinua certe cose dovrebbe vergognarsi, soprattutto se Liliana non può difendersi».

Sterpin controreplica: “Verità scomode”

Dal canto suo, Claudio Sterpin insiste: «Io so quello che so, e prima o poi tutto verrà fuori. Non sto offendendo nessuno. Ma certi silenzi fanno rumore».
Un botta e risposta a distanza che riapre tensioni mai sopite, e accende nuove domande sulla vita privata di Liliana, nei mesi precedenti alla scomparsa.

Visintin: “Mi hanno indicato come assassino”

Visintin non si ferma qui. Durante un talk pubblico a Lucca, afferma:

«Il giorno in cui la procura mi ha indicato come possibile assassino, ho pensato di farla finita».
È il suo modo di raccontare il peso delle accuse subite e delle speculazioni mediatiche.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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