Trovato il corpo del 16enne disperso nel PoTrovato il corpo del 16enne disperso nel Po

Trovato tra i rami al centro del fiume: il corpo a 10 km a valle del ponte della Becca

Dopo giorni di ricerche incessanti, è stato ritrovato sabato 26 luglio il corpo di Nassar Abdelrahman, il ragazzo di 16 anni di origine egiziana scomparso mercoledì scorso nelle acque del fiume Po, nei pressi del ponte della Becca, nel comune di Linarolo. Il cadavere è stato avvistato da un passante nei pressi del ponte di Spessa Po, incastrato tra dei rami al centro del fiume, in corrispondenza di una secca.

Dove è stato trovato il corpo?

Il ritrovamento è avvenuto questa mattina intorno alle 12:30, a circa dieci chilometri più a valle rispetto al luogo della scomparsa. A recuperare la salma sono stati gli operatori del nucleo fluviale dei Vigili del Fuoco di Pavia, coadiuvati dai sommozzatori dei comandi regionali di Lombardia, Piemonte e Roma, dotati di sonar Didson, una tecnologia specifica per fondali bassi.

Il corpo era in costume da bagno e presentava caratteristiche fisiche compatibili con il giovane disperso: l’identificazione formale, tuttavia, verrà effettuata presso l’Istituto di medicina legale di Pavia, alla presenza dei familiari.

Come è avvenuta la scomparsa di Nassar?

Secondo le testimonianze dei familiari presenti al momento della tragedia, Nassar si trovava in piedi sulla riva quando potrebbe aver perso l’equilibrio ed essere caduto in acqua, venendo poi trascinato via dalla corrente. L’episodio si è verificato mercoledì scorso nei pressi del ponte della Becca. Nessuno è riuscito a salvarlo e da quel momento sono iniziate le ricerche. Il padre del sedicenne era riuscito a salvare l’altro figlio che si trovava in difficoltà.

Quali mezzi sono stati impiegati per le ricerche?

Le operazioni, iniziate subito dopo la scomparsa e condotte senza interruzioni fino al buio, hanno coinvolto:

  • Il nucleo sommozzatori dei Vigili del Fuoco;
  • Gli specialisti del soccorso acquatico;
  • Un elicottero del Reparto Volo Lombardia;
  • Le squadre TAS (Topografia Applicata al Soccorso), che hanno elaborato mappe dettagliate della zona;
  • Sonar Didson per la rilevazione nei bassi fondali.

Le ricerche si sono svolte sotto condizioni meteo difficili, inclusa la pioggia battente dei giorni scorsi. La famiglia di Nassar non si è mai allontanata dalla zona del ponte, sperando in un miracolo che purtroppo non è arrivato.

Perché la morte di Nassar Abdelrahman scuote ancora una volta le coscienze?

Nassar era un giovanissimo ragazzo egiziano, la cui storia si intreccia con quella di tante famiglie migranti in Italia. La sua morte getta una luce cruda sulla pericolosità dei corsi d’acqua e sull’importanza della prevenzione e sicurezza nei luoghi naturali, soprattutto in estate. Il suo gesto apparentemente semplice, mettersi in piedi vicino alla riva, è costato la vita.

L’intervento tempestivo dei soccorritori e l’impegno continuo nelle ricerche dimostrano l’alto livello di preparazione delle squadre italiane. Ma il dolore per la perdita rimane profondo, soprattutto per una famiglia che non ha mai smesso di sperare.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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