James Alberto Caicedo ha ucciso il nipote a frustateJames Alberto Caicedo ha ucciso il nipote a frustate

Il 2 maggio 2025, nel comune colombiano di La Plata, dipartimento di Huila, un bambino di cinque anni, Yosuar Smith Cabrera, è morto in seguito a gravi percosse inflitte dallo zio, James Alberto Caicedo, che ne aveva la custodia temporanea. La madre è detenuta a Bogotá e il padre vive lontano, nella capitale.

Secondo quanto riferito dal vicedirettore dell’ospedale San Antonio de Padua, César González, lo zio ha portato il bambino privo di sensi al pronto soccorso. Il piccolo presentava lividi sul petto, sull’addome e agli arti, compatibili con ripetute frustate. Era già senza vita all’arrivo.

Una “punizione” mortale

Caicedo, 38 anni, ha ammesso di aver picchiato il nipote con una cintura, infliggendogli dieci frustate per i presunti scarsi risultati scolastici. Dopo averlo trovato svenuto nel bagno, ha deciso di portarlo all’ospedale. Per il bambino, però, non c’era più nulla da fare.

L’uomo è stato immediatamente arrestato e successivamente incriminato per omicidio aggravato. Il comandante della polizia locale ha confermato che Caicedo aveva precedenti penali per traffico di droga e possesso di armi da fuoco.

Un dramma che si ripete

Questo è il secondo caso in pochi mesi nel dipartimento di Huila: già a marzo, un bambino di due anni è morto per le percosse ricevute dal patrigno. La reiterazione di simili episodi ha provocato indignazione pubblica e acceso il dibattito su come prevenire la violenza domestica in Colombia.

L’addio negato e la solidarietà in carcere

La madre del piccolo Yosuar, Michel Caicedo, detenuta nel carcere El Buen Pastor di Bogotá, ha chiesto invano di partecipare al funerale. Le autorità penitenziarie hanno rifiutato l’autorizzazione, appellandosi a una norma che vieta l’ingresso di bare nelle carceri. Le altre detenute si sono attivate per raccogliere fondi e consentire il trasporto della salma nella capitale, dove il bambino verrà sepolto il 6 maggio.

Un altro caso ad Ocaña

Pochi giorni prima, a Ocaña (Norte de Santander), una neonata di cinque mesi è stata ricoverata in condizioni critiche dopo un presunto attacco del padre, un agente della Polizia nazionale. La bambina è stata trovata priva di sensi dalla nonna e portata d’urgenza all’ospedale, dove le è stato diagnosticato un grave trauma cranico. L’uomo, sospettato di essere sotto effetto di droghe, si è poi consegnato spontaneamente.

Una ferita aperta

Questi casi, simboli di una crisi più ampia, hanno scosso profondamente l’opinione pubblica e sollevano interrogativi sulla protezione dell’infanzia in Colombia. In un Paese già provato da forti disuguaglianze sociali e famiglie disgregate, la violenza domestica si conferma una delle emergenze più gravi.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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