L’attrice a Storie al bivio show: accuse, dolore e una diffida legale
Corinne Cléry, volto iconico del cinema europeo degli anni ’70, rompe un silenzio lungo otto anni. E lo fa davanti alle telecamere di Storie al bivio show, il programma condotto da Monica Setta, in onda martedì 24 giugno su Rai 2. Ma non si tratta di un ritorno in scena nostalgico: è una confessione amara e straziante, quella che l’attrice affida al pubblico, denunciando una relazione familiare precipitata nell’orrore.
‘Mio figlio mi ha dato schiaffi, ora vuole vendere la casa dove vivo’»’
«Non parlo con mio figlio da otto anni», esordisce Cléry. E da lì si apre un vaso di Pandora: «Mi ha aggredita verbalmente, fisicamente, e ora ricevo messaggi quotidiani in cui mi augura la morte». Tutto avrebbe avuto origine dalla decisione, presa tempo fa, di donare al figlio la nuda proprietà del casale dove vive: «Pensavo fosse un gesto d’amore. È stato l’inizio dell’incubo».
Il figlio, racconta l’attrice, ora pretende di vendere l’immobile. «Mi ha scritto che non può aspettare vent’anni per vedermi morire». Un’escalation di messaggi pieni di rancore, minacce e insinuazioni: «Mi accusa persino di rubare le sue cose». Parole che per Cléry sono un macigno: «Mi vergognavo a parlarne, questo dolore non si può misurare. Ma non posso più tacere».
L’ombra di Serena Grandi: ‘L’ho aiutata, ora testimonia contro di me’
A rendere ancora più dolorosa la vicenda è il coinvolgimento inaspettato di Serena Grandi, storica attrice e prima moglie di Beppe Ercole, l’amato compagno di Corinne Cléry, morto nel 2010. «Lei è tra i testimoni che mio figlio ha chiamato contro di me. È un tradimento che non mi aspettavo».
Cléry racconta di aver ospitato Grandi durante un periodo di malattia: «Le cucinavo, la curavo. Ho fatto tutto per lei. Non capisco come abbia potuto voltarmi le spalle in questo modo». Un legame che si è trasformato in una ferita aperta. «Ho fatto partire una diffida legale nei confronti di entrambi».
“Voglio solo pace, non vedo nessuno da un mese”
Oggi l’attrice non chiede vendetta, ma serenità: «Voglio solo vivere in pace a casa mia. Non vedo nessuno da un mese. Nemmeno riuscivo a parlare, mi sono chiusa in me stessa». La sua è una voce rotta, ma finalmente libera.
Il suo racconto non è solo uno sfogo personale. È un grido d’allarme. Una denuncia pubblica che squarcia il velo su quei legami familiari che possono diventare tossici, persino pericolosi. «Ho cresciuto mio figlio da sola, avevo 17 anni. Non ho mai pensato di abortire. Ma ho capito tardi che in lui covava rancore, e che tutto quello che gli avevo dato non bastava. Forse, era proprio quello il problema».
Cléry non si nasconde più. E il 24 giugno, davanti al pubblico di Rai 2, porterà in prima serata il lato più fragile e coraggioso di sé. Quello che i riflettori, per decenni, avevano lasciato in ombra.