Edwige Fenech: il silenzio che è stata una scelta
Gli occhi di chi ha vissuto sotto i riflettori sanno pesare le parole. Quando Edwige Fenech, icona del cinema e della televisione italiana, si è seduta nello studio televisivo di Verissimo, condotto da Silvia Toffanin, non ha cercato lo scoop né la rivelazione che tutti attendevano da mezzo secolo. Ha scelto invece la parola che è al centro della sua vita: rispetto. «Non rivelerò mai il nome del suo papà» – ha detto con voce ferma, spiegando che la decisione non è stata un capriccio ma una promessa, richiesta dal padre biologico stesso e mantenuta per amore del figlio.
Perché mantenere il segreto? Una decisione dettata dal rispetto?
La storia è semplice e complessa insieme: Edwige rimase incinta a ventuno anni, decise di crescere suo figlio da sola e da allora la sua esistenza è stata costruita attorno a una scelta consapevole. L’uomo che la generò sapeva di essere padre ma chiese riservatezza; lei accettò. In un’epoca in cui ogni dettaglio privato diventa cronaca, la sua ferma opposizione a “bussare alla porta” dell’altro è diventata atto di tutela.
Come è cresciuto Edwin e quale ruolo ha avuto la madre?
Edwin è nato nel 1971 e ha vissuto l’infanzia e l’adolescenza con una madre che ha fatto della professionalità un muro ma anche un porto sicuro. Fenech ha raccontato che non ha mai riferito il nome del padre per non violare un’intimità altrui, preferendo assumersi completamente la responsabilità di genitrice. Il racconto della sua nascita, la scelta di non denunciare la paternità e le successive supposizioni che venivano avanzate sul volto conosciuto di Fabio Testi sono state sempre smentite con garbo e decisione.
Dolore, coraggio e privacy: il bilancio di una vita vissuta in pubblico
L’intervista ha toccato anche le pieghe più intime: la morte della madre tra le sue braccia, la fuga dall’Algeria, le difficoltà iniziali in Francia e la costruzione di una carriera che l’ha resa popolare in tutta Italia. Edwige Fenech non è solo l’attrice dai grandi occhi; è una donna che ha saputo trasformare il dolore in responsabilità. Il suo “no” alla rivelazione diventa così manifesto: la vita privata di una persona non è un fatto di cronaca spettacolare, è un diritto da preservare.
Cosa ci dice questa scelta sulla fame di verità del pubblico?
Viviamo nell’epoca dell’esposizione totale, dove il desiderio di sapere supera spesso il rispetto per chi vive appartato. La posizione di Fenech è una provocazione civile: il personaggio pubblico può fermare la corsa all’ipotesi e chiedere il rispetto della riservatezza. È una richiesta che scuote la platea mediatica e solleva una domanda semplice e urgente: quanto è legittimo scavare nella vita altrui in nome dell’interesse collettivo?
Il ritorno al cinema con il film Il Maestro
Con il film Il Maestro, con Pierfrancesco Favino, Edwige Fenech è tornato sul grande schermo nel ruolo di Scintilla, una nobildonna fuori dagli schemi, elegante e imprevedibile. Da quasi 11 anni vive a Lisbona, in Portogallo, con il figlio e i nipoti. Le sue affermazioni a Verissimo, nella puntata del 15 novembre, forse chiudono un cerchio e lasciano la pubblica opinione con una scelta da valutare: il diritto alla privacy vale ancora o è un lusso che il mondo dei media non concede più? Lei, con la dignità che le appartiene, ha già dato la risposta.

