Il caso esploso ad agosto
L’estate di Stefano De Martino, conduttore televisivo e volto di punta della Rai, è stata scossa da una vicenda che ha travolto la sua sfera privata. Un video intimo che lo ritrae insieme alla fidanzata è stato diffuso senza consenso sul web, generando imbarazzo e indignazione. Le immagini, secondo quanto accertato, sarebbero state carpite illegalmente dal sistema di videosorveglianza dell’abitazione romana della compagna.
Il 9 agosto un follower aveva avvisato De Martino tramite messaggio: «Stefano, sul web girano video intimi di te con la tua fidanzata». Da quel momento è iniziata una vicenda giudiziaria che si allarga giorno dopo giorno.
La denuncia e l’avvio delle indagini
Il giorno successivo, De Martino e la fidanzata si trovavano in Costa Smeralda, dove avevano deciso di trascorrere alcuni giorni di vacanza. Qui hanno sporto denuncia al commissariato di Porto Cervo. L’intento era chiaro: bloccare la diffusione di un materiale che, nel frattempo, si stava propagando rapidamente su diverse piattaforme online e gruppi di messaggistica.
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo contro ignoti, inizialmente per accesso abusivo a sistema informatico. Successivamente, con l’espansione delle indagini, è stata aggiunta anche la contestazione del revenge porn, reato introdotto dal Codice Rosso (legge 69/2019).
L’attenzione sulla diffusione
La nuova ipotesi di reato è una svolta decisiva. Non solo viene indagato chi ha estrapolato le immagini, ma anche chi le ha condivise e rilanciate sui social. La legge punisce infatti non soltanto l’autore della diffusione originaria, ma anche chi contribuisce a diffondere contenuti sessualmente espliciti senza consenso.
I magistrati romani stanno dunque lavorando in sinergia con il pool che si occupa dei reati di genere, concentrando l’attenzione anche sui centinaia di utenti che hanno condiviso il filmato o lasciato commenti sulle varie piattaforme.
Il ruolo del Garante della Privacy
Fondamentale, in questa vicenda, è stato l’intervento tempestivo del Garante della Privacy, che ha chiesto e ottenuto la rimozione del video dalle principali piattaforme. Tuttavia, come spesso accade in casi simili, alcune copie del filmato erano già state scaricate da utenti che le hanno continuate a condividere in chat private e forum.
Il 14 agosto, constatata la persistente circolazione del video, De Martino e la compagna – assistiti dagli avvocati Lorenzo Contrada e Angelo e Sergio Pisani – hanno presentato una seconda denuncia alla magistratura.
La Procura di Tempio Pausania
Oltre ai magistrati romani, anche la Procura di Tempio Pausania ha aperto un fascicolo, procedendo per diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti. La competenza territoriale deriva dal fatto che la prima denuncia era stata presentata in Sardegna, durante la permanenza della coppia a Porto Cervo.
Un caso simbolico
La vicenda De Martino non è solo una questione privata, ma rappresenta un caso simbolico di violazione della privacy e di cyber-violenza. L’attenzione mediatica sul personaggio pubblico ha reso evidente quanto sia fragile la tutela della sfera intima nell’era digitale.
Se da un lato i social hanno reso immediata la diffusione delle immagini, dall’altro hanno amplificato il danno psicologico e reputazionale per le vittime, che ora chiedono giustizia.