Tommy Cash canterà Espresso macchiato all'EurovisionTommy Cash canterà Espresso macchiato all'Eurovision

Il provocatorio artista estone lancia la sua campagna per l’Eurovision tra ironia e controversie

Tommy Cash, il provocatorio e visionario artista estone, è sbarcato in Italia in questi giorni per promuovere il suo singolare progetto musicale legato all’Eurovision Song Contest 2025 e partecipare al concerto del 1° maggio di Taranto. In gara per l’Estonia con il brano “Espresso Macchiato”, l’artista ha deciso di dare vita a una campagna promozionale unica nel suo genere: un chiosco nel centro di Milano in cui ha distribuito caffè gratis ai passanti, accompagnando ogni espresso con una buona dose del suo umorismo surreale.

Il chiosco di Milano e la campagna “Espresso Macchiato”

In perfetto stile Tommy Cash, il chiosco – decorato in modo eccentrico – è stato battezzato “Espresso Macchiato”, in omaggio sia al celebre caffè italiano che alla sua canzone, la cui estetica richiama ironicamente gli stereotipi della cultura pop italiana. Centinaia di curiosi si sono avvicinati, chi per il caffè, chi per vedere da vicino l’artista noto per i suoi videoclip bizzarri e le sue performance sopra le righe.

Cash ha interagito con il pubblico, scattato foto e risposto alle domande dei fan e dei giornalisti, mantenendo il suo solito stile tagliente e dissacrante.

Il caso “Bella ciao”: la risposta netta divide il pubblico

A far discutere, però, è stata la sua reazione a una domanda di un giornalista che, avvicinandosi al chiosco, ha provato a coinvolgerlo in un omaggio alla tradizione italiana. “Tu canti Ciao Bella, puoi cantarci anche Bella ciao?”, ha chiesto il cronista. Tommy Cash ha risposto secco: “No, quella non è la mia canzone… Ciao Bella”. Il giornalista ha insistito: “La conosci? E allora puoi cantarla per noi?”. La replica è stata lapidaria: “No!”.

Una scelta che ha immediatamente generato una bufera sui social. L’opinione pubblica si è spaccata: da una parte c’è chi ha letto il rifiuto come un’affermazione apolitica o addirittura provocatoria in senso conservatore; dall’altra chi lo ha criticato per aver evitato un simbolo della resistenza e dell’antifascismo, specie in un momento storico in cui i messaggi sociali degli artisti sono sotto i riflettori.

Reazioni a destra e sinistra: tra ironia, sarcasmo e indignazione

I simpatizzanti della destra hanno accolto con entusiasmo il gesto:

“Grande Tommaso, ora sarò costretto a votare Estonia oltre che Italia.”
“Mito. Ora mi è ancora più simpatico.”
“Ogni volta che un cantante si rifiuta di cantare quello schifo un sinistro si spegne.”

Dall’altra parte, la sinistra lo ha criticato duramente per quello che viene interpretato come un gesto superficiale o volutamente provocatorio verso un simbolo carico di significato storico. Alcuni commentatori hanno sottolineato che, pur non essendo tenuto a cantarla, un artista ospite dovrebbe almeno riconoscere il peso culturale della canzone.

Eurovision, Italia ed Estonia: come votare

Tommy Cash rappresenterà l’Estonia all’Eurovision Song Contest 2025 con il brano “Ciao Bella”, un pezzo techno-pop con sonorità italo-dance e testi surreali, in linea con la sua cifra stilistica. Il regolamento Eurovision permette agli italiani di votare per gli artisti stranieri, ma non per il rappresentante italiano. Ecco perché Cash ha puntato proprio sull’Italia per una parte della sua “campagna elettorale musicale”.

Gabry Ponte, invece, rappresenterà San Marino, offrendo agli italiani un’altra opzione patriottica “di rimbalzo”.

Un artista divisivo ma coerente

Quella di Tommy Cash è una narrazione che sfugge alle convenzioni e che si nutre della confusione e della provocazione. Il rifiuto di cantare “Bella ciao”, al netto delle letture ideologiche, è un’ulteriore conferma della sua volontà di non essere incasellato in categorie politiche. D’altronde, il suo stesso progetto artistico si basa su un continuo gioco di rovesciamento dei simboli e delle aspettative.

Per lui, anche un semplice caffè gratis in centro può diventare un atto performativo. E un “no” secco a una richiesta può scatenare un dibattito nazionale.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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