Salvatore GarritanoSalvatore Garritano

Il Torino in lutto, Garritano stroncato a 69 anni da una leucemia

Si è spento dopo una lunga malattia Salvatore Garritano, attaccante del Torino campione d’Italia 1975-76. Aveva 69 anni e da anni combatteva contro una leucemia diagnosticata nel 2007.
È stato uno degli uomini-simbolo di un calcio che non esiste più: umile, concreto, fedele ai colori granata.

Urbano Cairo, presidente del club, lo ha ricordato con parole toccanti:

“Alla famiglia e agli amici il cordoglio e l’abbraccio di tutto il mondo granata.”


Il gol che fece la storia

Nella stagione 1975/1976, Garritano non era un titolare fisso. Era la riserva dei “gemelli del gol”, Pulici e Graziani. Ma fu proprio lui, con una rete decisiva contro il Milan, a regalare al Torino il sorpasso sulla Juventus.
Un gol che, ancora oggi, i tifosi ricordano come il punto di svolta dello scudetto.

In tre stagioni in granata collezionò 27 presenze e 6 reti, sempre pronto a entrare in campo con dedizione e umiltà.


Un calabrese nel cuore del Toro

Nato a Cosenza, Garritano portava nel cuore la sua terra anche da lontano.
Non ha mai indossato la maglia rossoblù, ma il Cosenza Calcio lo ha ricordato come “orgoglio di chi ama il calcio vero”.
Nel comunicato ufficiale, il club ha espresso “profondo cordoglio alla famiglia Garritano, in particolare al nipote Luca, oggi centrocampista del Cosenza, che ha raccolto la sua eredità sportiva”.


Le denunce sul calcio degli anni Settanta

Garritano non è stato solo un calciatore.
Negli anni successivi al ritiro, ha avuto il coraggio di denunciare pubblicamente l’abuso di farmaci nel calcio degli anni ’70 e ’80. Una voce isolata, ma sincera, che parlava in nome della verità e della salute dei giocatori.
Un uomo che non ha mai avuto paura di dire ciò che pensava, anche a costo di restare solo.


Una carriera tra Torino, Atalanta, Sampdoria e Bologna

Dopo i fasti granata, Garritano si trasferì all’Atalanta, poi al Bologna e alla Sampdoria, fino a chiudere la carriera nella Ternana, contribuendo nel 1989 alla promozione in Serie C1.
Ovunque è andato, ha lasciato il segno per professionalità e umanità. Quando vestiva la maglia blucerchiata fu ribattezzato dai tifosi Rock’n Roll Robot con la sud che cantava “C’è questo tipo strano vedrai ti piacerà, si chiama Garritano ci porta in Serie A”. Nella cavalcata verso la promozione in A nella stagione 1981/82 firmò tre gol.


Il ricordo dei tifosi e della famiglia

“Grazie papà, vicino a te è stato un viaggio meraviglioso” – ha scritto il figlio sulla pagina Facebook di Salvatore Garritano. “Eri uno di noi”, scrivono i tifosi del Toro. “Un uomo perbene, un granata vero.”
Il nipote Luca Garritano, calciatore del Cosenza, ha postato una foto in bianco e nero dello zio in maglia granata: “Ti porterò con me in campo, zio. Sempre.

@francesco.garrita36

R.I.P. IN PACE CAMPIONE 23/12/55 – 12/11/25 GRAZIE PAPÀ… SEI STATO,SEI E SARAI PER SEMPRE IL MIGLIORE ❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️

♬ เสียงต้นฉบับ – Suwat Ketpunt

L’eredità di un calcio che non c’è più

Salvatore Garritano rappresenta un’epoca fatta di rispetto, di passione pura, di silenziosa dedizione.
Non cercava le luci, ma la sostanza. E oggi, in un calcio spesso dimentico della sua storia, il suo nome suona come una lezione.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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