Thomas in stampelle e papà Angelo che ha ringraziato Donnarumma e Buffon per l'invito a CovercianoThomas in stampelle e papà Angelo che ha ringraziato Donnarumma e Buffon per l'invito a Coverciano

Stangata per Thomas per la rissa al torneo Super Oscar Under 14

Stangata anche per il 13enne Thomas, il portiere picchiato da un genitore 40enne al termine di una partita di calcio giovanile a Collegno in occasione del Super Oscar Under 14. Dopo il fischio finale, tra i ragazzi delle squadre Volpiano Pianese e Carmagnola è scoppiata una rissa che ha coinvolto anche adulti presenti a bordo campo. Una scena di violenza che ha lasciato sconcertati genitori, organizzatori e spettatori.

Le immagini video e il referto arbitrale hanno confermato la gravità dell’accaduto: calci, pugni, genitori che invadono il terreno di gioco e un giovane portiere colpito dal padre di un avversario.


Le decisioni del giudice sportivo

Il giudice sportivo della Lega Nazionale Dilettanti, Roberta Lapa, ha emesso un verdetto durissimo, con squalifiche esemplari che arrivano fino al 2026.

  • Portiere del Volpiano Pianese (Thomas): squalifica fino al 4 settembre 2026. Secondo il referto, avrebbe dato origine alla rissa colpendo un avversario a terra con manate e pugni.
  • Giocatore del Carmagnola: stessa squalifica, fino al 2026, per aver reagito colpendo a sua volta con un pugno la nuca di un antagonista, alimentando la violenza in campo.
  • Dirigente del Volpiano, padre del portiere: squalifica fino a marzo 2026 per aver partecipato attivamente alla colluttazione con un altro adulto, invece di sedare gli animi.

La giustizia sportiva ha sottolineato come “la gravità della condotta, assunta da ragazzi in età giovanissima, infici i principi sani dello sport e dell’educazione”.


Multe e responsabilità delle società

Oltre alle squalifiche individuali, sono state inflitte sanzioni economiche:

  • Paradiso Collegno (società ospitante): 200 euro di multa per omessa vigilanza.
  • Volpiano Pianese e Carmagnola: 150 euro di multa ciascuna per responsabilità oggettiva nella rissa.

Il comitato organizzatore del Super Oscar, dopo aver visionato i contributi video e il referto arbitrale, ha deliberato l’esclusione di entrambe le squadre Under 14 dal torneo, considerandole entrambe responsabili degli incidenti.


Un episodio che fa riflettere

Il calcio giovanile dovrebbe rappresentare un luogo di crescita, divertimento e formazione per ragazzi che si avvicinano allo sport. Episodi come quello di Collegno mostrano invece un quadro preoccupante, in cui la tensione tra famiglie, tifoserie e società si riversa direttamente sui giovani calciatori.

Il fatto che siano stati coinvolti anche adulti — come il padre del portiere del Volpiano, squalificato per aver aggredito un altro spettatore — ha reso l’episodio ancora più grave.


Le reazioni del mondo sportivo

La decisione del giudice sportivo ha trovato sostegno in diversi ambienti sportivi locali, che chiedono un cambio di rotta nella gestione del calcio giovanile. Punizioni severe, sostengono, sono necessarie per prevenire episodi futuri e ribadire i valori fondamentali dello sport: rispetto, correttezza e sana competizione.

Tuttavia, l’accaduto ha anche aperto un dibattito più ampio: è sufficiente punire i singoli protagonisti, o serve un piano educativo più profondo che coinvolga famiglie, allenatori e società? Thomas era stato invitato da Donnarumma a Coverciano per seguire un allenamento della Nazionale. Dopo la maxi squalifica è arrivato il dietrofront della Figc. Il 13enne aveva ricevuto anche l’incoraggiamento di Buffon e Zoff.


Una lezione amara per il calcio giovanile

Il torneo Super Oscar, nato per celebrare e valorizzare le giovani promesse del calcio piemontese, quest’anno sarà ricordato per una delle pagine più tristi della sua storia. L’episodio di violenza segna un campanello d’allarme per tutte le società sportive, chiamate a vigilare non solo sulla preparazione tecnica dei ragazzi, ma anche sul loro comportamento dentro e fuori dal campo.

In questo senso, le squalifiche fino al 2026 assumono un valore simbolico: non solo una punizione, ma un monito chiaro a tutto il movimento giovanile.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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