La lunga e dignitosa lotta contro la Sla
Il mondo del giornalismo sportivo italiano piange Furio Focolari, scomparso all’età di 78 anni dopo una lunga malattia. La sua voce ha accompagnato alcune delle pagine più esaltanti della storia dello sport italiano, in particolare gli anni d’oro dello sci con Alberto Tomba. Malato di Sla, ha affrontato la malattia con dignità e discrezione, continuando fino all’ultimo a coltivare la sua passione per il giornalismo.
Ad annunciare la sua morte è stato l’account ufficiale di Radio Radio, emittente romana di cui è stato a lungo direttore e opinionista: “Ciao Furio, è stata una trasmissione che non avremmo voluto chiudere mai”, il messaggio che ha commosso colleghi e ascoltatori.
Gli inizi in Rai e la carriera sportiva
Figlio di Lorenzo Focolari, direttore del quotidiano Umanità, Furio era cresciuto in un ambiente in cui la parola scritta e raccontata era parte integrante della vita quotidiana. Entrò in Rai negli anni Settanta, iniziando un percorso che lo avrebbe portato a diventare una delle voci più riconoscibili dello sport italiano.
Il suo debutto importante fu al Gr3 della Rai, dove iniziò a seguire gli eventi sportivi da inviato. Nel 1982 prese parte alla copertura dei Mondiali di calcio in Spagna, un’esperienza che consolidò il suo nome nella redazione sportiva. Ma il suo vero talento sarebbe emerso poco dopo, davanti alle piste innevate.
La voce delle imprese di Alberto Tomba
Negli anni Ottanta e Novanta, mentre l’Italia scopriva la magia dello sci alpino, Focolari divenne la voce che raccontava al pubblico le imprese di Alberto Tomba, il campione bolognese capace di accendere l’entusiasmo nazionale. Le sue telecronache trasmettevano passione, tensione e poesia: non era solo cronaca sportiva, era narrazione epica.
Tomba e Focolari divennero anche amici nella vita privata. Il giornalista seppe restituire agli italiani l’emozione di quelle discese, con uno stile diretto e coinvolgente che riusciva a rendere accessibile a tutti uno sport tecnico e complesso. Ancora oggi, molti appassionati ricordano quelle telecronache come parte integrante dei trionfi dell’atleta azzurro.
La passione per la Lazio e la voce radiofonica
Oltre alla Rai, Focolari ha legato indissolubilmente il suo nome a Radio Radio, storica emittente romana di cui è stato direttore e voce tra le più seguite. Qui si è distinto per il suo tifo appassionato verso la Lazio, squadra di cui era grande sostenitore.
Il club biancoceleste ha voluto ricordarlo con una nota ufficiale: “Icona del giornalismo sportivo italiano e grande tifoso biancoceleste. In questo momento di dolore, il presidente, lo staff, i giocatori e l’intera comunità laziale si stringono con affetto attorno alla famiglia.”
I suoi interventi radiofonici erano seguiti da migliaia di ascoltatori, che ne apprezzavano l’ironia, la competenza e la schiettezza. Per i laziali, era una voce di casa, capace di esprimere l’amore per la squadra senza mai perdere lucidità nell’analisi.
Il ricordo della Rai e del mondo sportivo
Anche la Rai, con cui Focolari ha lavorato per decenni, ha espresso il proprio cordoglio: “Con la sua voce ha accompagnato le imprese più memorabili degli sport invernali, contribuendo a rendere celebri momenti che restano nei ricordi di più generazioni”, si legge nella nota ufficiale di Viale Mazzini.
Non solo sci e calcio: nel corso della sua carriera ha raccontato numerose discipline, dimostrando versatilità e curiosità giornalistica. Sempre pronto ad approfondire, sempre appassionato nel trasmettere al pubblico l’essenza dello sport.
Commosso il ricordo di Paolo De Chiesa: “Furio Focolari mi chiese di passare da Telemontecarlo alla RAI. Era il 1993 e… Che storia meravigliosa, vissuta grazie a te. Ti sarò riconoscente fino alla fine dei miei giorni e non smetterò di ringraziarti per aver creduto in me. Pensandoti finalmente libero dalla prigione disumana della SLA”
Una battaglia contro la malattia affrontata con dignità
Da tempo malato di Sla, Focolari ha vissuto gli ultimi anni con coraggio e riservatezza, circondato dall’affetto dei familiari, degli amici e di una comunità di colleghi che non gli ha mai fatto mancare sostegno e vicinanza. Nonostante la malattia, aveva continuato a essere una presenza costante nel panorama mediatico, testimoniando quanto fosse forte il suo amore per la professione.
Il suo addio lascia un vuoto profondo non solo tra i tifosi laziali, ma in tutta la comunità sportiva nazionale. La sua voce, inconfondibile, resterà legata per sempre ai momenti più luminosi dello sport italiano.
Conclusione: un’eredità di passione e professionalità
La scomparsa di Furio Focolari segna la fine di un capitolo importante del giornalismo sportivo. È stato molto più di un semplice cronista: è stato un narratore capace di trasformare lo sport in racconto, di dare voce alle emozioni collettive di un Paese.
La sua eredità vive non solo nelle registrazioni delle sue telecronache, ma nel ricordo di chi lo ha seguito, stimato e amato. Per gli sportivi italiani, e in particolare per i laziali, Furio Focolari non sarà mai dimenticato.