La voce di una sopravvissuta: il racconto di Stefania Lepidi
«Sto bene ma sono sotto shock per quello che ho visto: ero a terra sdraiata sul sangue e vedevo i soccorritori tirare fuori i corpi». Sono le parole con cui Stefania Lepidi, ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e originaria de L’Aquila, ha raccontato i terribili momenti vissuti a Lisbona, dove il 3 settembre si è verificato il deragliamento della storica funicolare “Elevador da Glória”.
La donna, 57 anni, si trovava in Portogallo per seguire un appuntamento della Iaga (International Association of Geomagnetism and Aeronomy) ed era in vacanza con il figlio, studente universitario a Roma.
L’incidente e la fortuna di essere nella seconda vettura
Secondo quanto riportato dal presidente dell’Ingv, Fabio Florindo, che ha parlato con lei al telefono, Lepidi si trovava nella seconda funicolare, quella che ha subito l’urto ma non lo sganciamento. La ricercatrice ha riportato una frattura scomposta al braccio, mentre suo figlio è rimasto illeso. «Il peggio – ha confidato a Florindo – è stata l’intera, drammatica esperienza che ha coinvolto così tante persone».
Il rientro in Italia è previsto per il giorno successivo, come da programma.
Il bilancio ufficiale: 16 morti e cinque feriti gravi
Il disastro della funicolare ha provocato 16 vittime accertate e almeno cinque feriti gravi. Tra i morti figura anche André Marques, 40 anni, manovratore dei freni della Companhia Carris de Ferro de Lisboa, la società che gestisce il servizio. Tra le vittime straniere, un cittadino tedesco deceduto sul posto: la moglie incinta e il figlio di tre anni hanno riportato solo lievi ferite e sono già stati dimessi.
La Protezione Civile portoghese, che inizialmente aveva comunicato 17 vittime, ha successivamente corretto il dato.
La reazione del governo portoghese: lutto nazionale
Il primo ministro Luís Montenegro ha espresso «profonda tristezza e costernazione» per quanto accaduto e ha proclamato una giornata di lutto nazionale in memoria delle vittime. «Siamo di fronte a una tragedia che colpisce il cuore del nostro Paese – ha dichiarato – e che richiede una risposta unitaria di cordoglio e vicinanza alle famiglie colpite».
Una tragedia che segna anche l’Italia
La notizia ha colpito particolarmente la comunità scientifica italiana. Stefania Lepidi, figlia di un ex docente universitario, vive e lavora a L’Aquila, dove è molto stimata dai colleghi dell’Ingv. Il suo racconto contribuisce a restituire la dimensione umana di una tragedia che, al di là dei numeri, rimane impressa per l’orrore e il dolore condiviso dai sopravvissuti.