Bonnie BlueBonnie Blue

L’audace star vive in una costante paura degli attacchi: ‘Il mio incubo è l’acido’

Era il suo timore più grande, ed è accaduto. Bonnie Blue, 26 anni, star del cinema per adulti, è stata aggredita in un locale notturno a Sheffield durante una tappa del suo tour universitario “Bang Bus”.

Appena 40 minuti dall’inizio dell’evento, una ragazza in fila per incontrarla si è girata e le ha sferrato un pugno alla mascella. I video diffusi online mostrano la polizia accorrere tra lo sconcerto degli studenti.

Un evento che degenera

La serata, iniziata con code e controlli serrati, aveva già registrato tensioni. Una studentessa ha raccontato di aver sentito Bonnie insultare alcune presenti: “Portate via da me quei grassi stronzi”. Parole che avrebbero acceso ulteriormente gli animi.

L’aggressione, però, ha superato ogni limite, trasformando un evento promozionale in uno scenario di violenza.

L’incubo dichiarato

In un’intervista recente, Bonnie aveva confessato le sue paure più oscure: “Il mio incubo peggiore è un attacco con l’acido. Non esco mai da sola, sarebbe stupido. Vivo nel terrore”.

Un’ammissione che oggi suona come una tragica profezia.

La reazione della polizia

La polizia ha confermato l’episodio: una donna è stata fermata e poi rilasciata. Non ci sono state conseguenze gravi per Bonnie Blue, ma l’inchiesta è stata archiviata “in attesa di ulteriori informazioni”.

Un epilogo che lascia un senso di impunità e fragilità, soprattutto per una figura costantemente esposta all’odio online e al giudizio sociale.

Il prezzo della visibilità

Bonnie è da tempo bersaglio di insulti e trolling. “È difficile, ma non mi lascio abbattere. Dal vivo la gente è gentile, è online che arrivano gli attacchi peggiori”, ha raccontato.

La contraddizione è evidente: amata dai fan, insultata dagli haters, perseguitata da chi la considera un simbolo da abbattere.

Una domanda più ampia

Cosa racconta questa aggressione? Che il corpo delle donne, quando si espone, diventa ancora un bersaglio. Che il femminismo è usato come arma retorica per giustificare violenze, come se un pugno potesse “raddrizzare” una carriera.

Ma la verità è che la violenza non emancipa: mortifica. E la storia di Bonnie Blue lo dimostra con crudezza.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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