Emilio FedeEmilio Fede

La conferma della figlia Sveva, aveva 94 anni

È morto martedì Emilio Fede, storico volto del giornalismo televisivo italiano. Aveva 94 anni. La notizia è stata confermata dalla figlia Sveva al Corriere della Sera. Da tempo ricoverato nella Residenza San Felice di Segrate, alle porte di Milano, le sue condizioni si erano aggravate negli ultimi giorni. Con lui, fino alla fine, le figlie Simona e Sveva.

“Se ne è andato Emilio Fede, e tanti – anche solo per ragioni di età – ne ricorderanno solo il crepuscolo professionale e giudiziario. Sarebbe sommamente ingeneroso. Vent’anni prima di Berlusconi e del Tg 4, era già l’anchorman più conosciuto dei tg italiani. L’ho incontrato al tg1 nel 1980, e le nostre vite professionali si sono intrecciate a più riprese” – ha scritto Enrico Mentana su Facebook.

Fu inviato in Africa per 8 anni, le sue inchieste

Ai telegiornali e alle inchieste televisive che il giornalista legherà la gran parte della propria carriera, prima in Rai (con cui nel 1961 il rapporto diventa esclusivo) e poi con la Fininvest di Silvio Berlusconi. Inviato speciale in Africa per otto anni, il giornalista seguì e raccontò il periodo della decolonizzazione in oltre 40 Paesi del continente, ma fu anche autore di servizi legati ai cambiamenti e alle rivendicazioni che attraversavano l’Italia sul finire degli Anni 60.

Famosa la sua inchiesta del 1968 per la trasmissione TV7 sul fenomeno delle iniezioni praticate sul bestiame per far ingrassare più velocemente gli animali e poterne trarre maggiori ricavi, mentre nel 1969 denunciava le dure condizioni dei braccianti ad Avola, costretti a lunghissimi turni per il raccolto e spesso sottopagati.

Focus: una carriera tra Rai, Tg1 e Fininvest

Fede ha attraversato oltre cinquant’anni di televisione e giornalismo. Cominciò negli anni Sessanta in Rai come inviato di guerra, raccontando i principali scenari internazionali. Successivamente fu nominato direttore del Tg1, incarico che segnò la sua ascesa nel panorama mediatico. Il giornalista ha anche compiuto scelte coraggiose per raccontare i fatti. Come quando nel 1991, all’epoca direttore di Studio Aperto, dette per primo in diretta la notizia dello scoppio della prima Guerra del Golfo con l’operazione ‘Desert Storm’, proprio nel giorno della prima messa in onda del tg di Italia 1.

Il punto di svolta arrivò negli anni Novanta, quando Silvio Berlusconi lo volle al timone del Tg4, telegiornale che guidò dal 1992 al 2012. Per vent’anni divenne il simbolo di un’informazione dichiaratamente filoberlusconiana: amata da una parte del pubblico, contestata dall’altra, ma sempre riconoscibile per il suo stile diretto e sopra le righe. “Sono il direttore più criticato, ma anche il più guardato”, amava ripetere.

Il Tg4 e un’epoca televisiva irripetibile fino al caso Ruby

Editoriali taglienti, pause drammatiche e un tono inconfondibile: così Fede trasformò il Tg4 in un appuntamento cult, nel bene e nel male. Il suo modo di fare giornalismo partigiano lo rese una figura unica, protagonista di un’epoca che difficilmente potrà ripetersi.

La sua parabola professionale si interruppe bruscamente nel 2012, in seguito al coinvolgimento nell’inchiesta Ruby.  – ‘caduto in disgrazia’ nel 2011 con il coinvolgimento nel caso Ruby: indagato per induzione e favoreggiamento della prostituzione, insieme con Silvio Berlusconi, Lele Mora e Nicole Minetti, nel 2019 viene condannato in via definitiva per favoreggiamento della prostituzione dell’ex modella marocchina.

Il tormentone di Striscia

A causa dell’età avanzata e delle condizioni di salute, Fede sconta la pena in detenzione domiciliare, ma il 22 giugno 2020 ‘evade’ e viene arrestato a Napoli mentre sta cenando con la moglie Diana de Feo in un ristorante per festeggiare il suo 89esimo compleanno “Sono caduto, ma non ho mai smesso di essere Emilio Fede”, disse in un’intervista. Un suo fuori onda -“Che figura di… ” è diventato un tormentone a Striscia la notizia.

Vita privata e il dolore per la perdita della moglie

Accanto alla carriera pubblica, c’era una vita privata intensa e segnata da un amore lungo quasi sessant’anni. Nel 1963 aveva sposato Diana De Feo, giornalista e in seguito parlamentare di Forza Italia. La coppia, pur vivendo spesso a distanza – lui a Milano, lei tra Roma e Napoli – era legata da un rapporto costante e profondo. “Ci sentiamo dieci volte al giorno”, raccontavano.

La morte di Diana, nel giugno 2021, fu per Fede un colpo devastante: “Il dolore più grande”, aveva confidato.

L’eredità di un personaggio controverso

Emilio Fede è stato un personaggio divisivo, capace di suscitare ammirazione e critiche. Ma la sua voce, la sua cifra stilistica e il suo modo di interpretare il ruolo del direttore resteranno impressi nella memoria collettiva.

Con la sua scomparsa, si chiude un capitolo fondamentale della televisione italiana, fatto di protagonismo, militanza e spettacolo, ma anche di una passione autentica per il giornalismo.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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