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L’Italia del volley scrive la storia

L’Italvolley maschile conferma la sua leggenda e rimane sul tetto del mondo. Nelle Filippine, gli azzurri guidati da Fefè De Giorgi hanno conquistato il quinto titolo iridato della loro storia, il secondo consecutivo dopo quello ottenuto nel 2022 a Katowice. In finale hanno battuto la Bulgaria con il punteggio di 3-1 (25-21, 25-17, 17-25, 25-10), al termine di una gara che ha esaltato il carattere e la qualità tecnica di un gruppo capace di dominare a livello internazionale.

Questa vittoria ha un valore che va oltre il palmarès: mai nessuna nazionale italiana di volley aveva vinto, nello stesso anno, sia il Mondiale maschile sia quello femminile. Un’impresa che, nella storia, era riuscita solo all’Unione Sovietica nel 1952 e nel 1960.


Una finale a due facce

L’avvio del match è stato equilibrato. La Bulgaria, allenata da Gianlorenzo Blengini, ex commissario tecnico azzurro, ha provato a mettere in difficoltà l’Italia con servizio e difesa. Gli azzurri hanno però risposto da campioni: il primo set si è deciso grazie al turno in battuta di Mattia Bottolo, che ha spaccato la partita e permesso agli uomini di De Giorgi di chiudere sul 25-21.

Nel secondo parziale, l’Italia ha imposto un ritmo ancora più alto. I muri di Anzani e Russo, uniti alla regia impeccabile di Giannelli, hanno spinto gli azzurri sul +5. La Bulgaria è riuscita a tornare in parità sull’11-11, ma da quel momento sono arrivate cinque battute vincenti consecutive di Romanò che hanno indirizzato il set, terminato 25-17.

Il terzo parziale è stato l’unico passaggio a vuoto. Con un calo di concentrazione, l’Italia ha lasciato spazio alla reazione bulgara che, spinta da Antov, ha allungato fino al 25-17. Ma è stato solo un lampo.

Nel quarto set, infatti, gli azzurri hanno rimesso subito le cose in chiaro: parziale dominato dall’inizio con un margine sempre ampio, fino al +14 finale. A chiudere la partita è stato un primo tempo di Simone Anzani, che ha messo il sigillo sul 25-10 e sulla vittoria mondiale.


I protagonisti della cavalcata azzurra

L’MVP morale di questo Mondiale porta il nome di Yuri Romanò, autore di 16 punti in finale e capace di cambiare l’inerzia della gara con le sue battute. Accanto a lui, spiccano i 10 punti di Bottolo, i 9 di Michieletto, i 7 di Anzani, oltre alla solidità difensiva di Balaso, libero tra i migliori al mondo.

Non va dimenticato il lavoro del capitano Giannelli, vero regista e leader in campo. La sua gestione del gioco, sempre lucida, ha permesso agli attaccanti di sfruttare ogni occasione, rendendo la manovra offensiva azzurra imprevedibile e devastante.


De Giorgi, una vita per l’Italvolley

Il successo di questa nazionale porta la firma di Ferdinando “Fefè” De Giorgi, che entra nella leggenda come uno dei pochi ad aver vinto Mondiali sia da giocatore sia da allenatore. Da palleggiatore conquistò tre titoli iridati negli anni ’90, ora da tecnico ha aggiunto altri due sigilli, confermandosi figura centrale della storia del volley italiano.

“È una vittoria che va condivisa con tutti – ha dichiarato De Giorgi a fine partita – dai giocatori, che hanno mostrato grande cuore e professionalità, allo staff e ai tifosi che ci hanno sostenuto. Questa squadra ha dimostrato di avere fame, talento e spirito di sacrificio”.


Un’Italia padrona del volley mondiale

Con questo trionfo, l’Italia sale a quota cinque titoli mondiali maschili, a una sola lunghezza dall’Unione Sovietica, ancora primatista con sei successi. Ma il dato che emoziona di più è la doppietta: mai come oggi la pallavolo italiana può dirsi la più forte del mondo, dominatrice in entrambe le categorie.

Tre settimane fa le ragazze di Mazzanti avevano vinto il Mondiale a Bangkok, ora è arrivata la conferma degli uomini. Una sinergia che racconta il livello raggiunto dal movimento italiano, capace di produrre talenti e di competere ad armi pari con le migliori scuole internazionali.


L’abbraccio del Paese

La vittoria degli azzurri ha acceso l’entusiasmo in tutto il Paese. Dalla politica ai tifosi, dai club di base alle federazioni sportive, sono arrivati messaggi di orgoglio e gratitudine. L’Italvolley è diventata il simbolo di una nazione che trova nello sport motivo di unità e di speranza.

Il grido “Siamo sempre sul trono!” risuona non solo nelle palestre, ma anche sui social e nelle piazze. Una generazione di giovani può guardare a questa squadra come esempio di impegno, talento e capacità di sognare in grande.


Conclusione: la leggenda continua

Il quinto titolo mondiale non è un punto di arrivo, ma una nuova tappa nella storia dell’Italvolley. Con una squadra giovane e già così vincente, l’Italia guarda con fiducia al futuro, sognando di consolidare ulteriormente la propria egemonia.

La pallavolo italiana è oggi il riferimento assoluto a livello internazionale: uomini e donne campioni del mondo nello stesso anno. Una leggenda che continua a scrivere pagine indimenticabili.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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