Salvatore Bagni nella bufera: l’inchiesta de Le Iene scuote la Serie C
Un servizio andato in onda martedì 13 maggio a Le Iene ha portato alla luce un presunto sistema di scouting a pagamento che coinvolgerebbe Salvatore Bagni, ex campione del Napoli di Maradona e oggi a capo dell’agenzia sportiva Be GR8 Sport, fondata insieme al figlio Gianluca.
Secondo quanto riportato dalla trasmissione di Italia Uno, alcuni giovani calciatori potrebbero entrare nelle squadre professionistiche non per merito, ma versando somme in denaro direttamente all’agenzia.
‘A meno di 30mila euro non facciamo nulla’
Il giornalista Luca Sgarbi, fingendosi il fratello di un ragazzo aspirante calciatore, ha ottenuto una conversazione registrata con Salvatore Bagni. L’ex centrocampista azzurro ha spiegato senza troppi giri di parole:
“Se non li scegliamo noi, i giocatori devono pagarci. A meno di 30mila euro non facciamo nulla.”
Parole che lasciano intendere un meccanismo commerciale per l’inserimento di atleti nelle squadre giovanili o in club professionistici come la Vis Pesaro, attualmente in Serie C.
Il sistema descritto da Bagni: ‘Tutti mi devono qualcosa’
Nel dialogo, Bagni afferma di avere rapporti personali con dirigenti di diverse squadre:
“Tutti mi devono qualcosa. Quando chiamo, faccio piazzare i ragazzi. Alla Vis Pesaro c’è un direttore mio amico. Se gli dico che deve giocare, quello gioca.”
Il discorso, se confermato, configurerebbe un grave conflitto d’interesse e una possibile truffa sportiva.
La finta consegna del denaro e la rivelazione delle telecamere
L’inviato de Le Iene ha inscenato anche la consegna di un finto pagamento in contanti fuori dallo stadio della Vis Pesaro. Una volta incassato il denaro (che era falso), Bagni viene raggiunto dalla troupe che si rivela:
“Com’è possibile che uno che ha giocato con Maradona faccia queste cose?”, chiede il giornalista.
Bagni risponde, visibilmente imbarazzato: “Se un ragazzo ha il sogno di giocare…”, e poi si allontana in macchina.
La Figc apre un’indagine: possibile inchiesta federale
Secondo quanto appreso da LaPresse, la Procura Federale della FIGC ha preso visione del servizio e sta valutando se aprire un fascicolo di indagine. Il procuratore Giuseppe Chinè è già al lavoro per stabilire se ci siano estremi per un’inchiesta formale.
Nel frattempo, resta forte lo sconcerto per un sistema che — se confermato — mina la meritocrazia dello sport e rischia di compromettere la credibilità di tutto il movimento calcistico giovanile.