Francesco Totti a Che tempo che faFrancesco Totti a Che tempo che fa

Francesco Totti, leggenda indiscussa del calcio italiano, si racconta in un’intervista a Che Tempo Che Fa, regalando un viaggio tra passato, presente e futuro. “Sono nato con la Roma e morirò con la Roma”, dice con il sorriso che ha illuminato generazioni di tifosi. Con 307 reti segnate in maglia giallorossa, 11 delle quali nei 40 derby capitolini disputati, Totti è il miglior marcatore di sempre della Roma e uno dei pochi calciatori ad aver giocato tutta la carriera con un solo club.

‘Il ritorno in campo? Se ne è parlato ma la mia carriera è finita’

Dopo il ritiro, si era vociferato di un suo possibile ritorno in campo. “È vero, se ne è parlato. Ma la mia carriera è finita da tempo. Ora gioco a calciotto, perché la passione non si spegne mai”, ha scherzato. In questi mesi ha viaggiato molto, anche in Cina, dove ha ricevuto un’accoglienza calorosa. Ha poi ricordato i suoi esordi alla Lodigiani e la scelta, già a 11 anni, di vestire il giallorosso. “Il Milan offrì 300 milioni, ma per fortuna la mia famiglia disse no”, ha raccontato.

Immancabile il ricordo dello scudetto del 2001: “Indimenticabile, abbiamo festeggiato per mesi”. E sulla Roma di oggi: “Ranieri va via? Penso di sì, ma ha fatto il suo dovere. Io allenatore? No, non fa per me, sono troppo istintivo e permaloso”.

‘A Mosca per un evento sportivo, non c’è nulla di male’

Parlando della Nazionale, l’unica altra maglia indossata oltre a quella romanista, Totti si dice fiducioso: “Ci sono alti e bassi, ma con Spalletti e questo gruppo possiamo fare grandi cose”. Indimenticabili anche i momenti della finale del Mondiale 2006: “Io e Gattuso abbiamo giocato a carte fino alle 6 del mattino. Impossibile dormire”.

Totti ha poi parlato della sua nuova passione per il padel e del lavoro nella sua agenzia di procuratori. Sulla corsa scudetto si è limitato a dire: “Lo so chi vince, ma non lo dico. Sono scaramantici”, alludendo chiaramente al Napoli. Infine, ha chiarito anche le polemiche seguite al suo viaggio a Mosca: “Era un evento sportivo, sono andato perché mi hanno invitato. Non c’è nulla di male”.

Di Giuseppe D'Alto

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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