Un ritorno carico di tensione
Nella puntata di sabato 28 settembre di Verissimo, Katia Ricciarelli è tornata nello studio di Silvia Toffanin per affrontare i temi che da settimane alimentano il dibattito sul suo rapporto con Pippo Baudo, scomparso il 16 agosto, e sullo scontro a distanza con Giancarlo Magalli oltre che su quanto affermato su Dina Minna, storica assistente del conduttore televisivo originario di Militello. La cantante lirica ha usato parole durissime, senza filtri, raccontando episodi mai del tutto chiariti e rivelando vecchie ferite mai rimarginate.
L’ombra dei segreti mai confessati
Il punto più doloroso resta la scoperta di Alex Baudo, figlio del celebre conduttore. Katia Ricciarelli ha raccontato di aver saputo dell’esistenza del ragazzo solo dopo il matrimonio: «Non ci sono giustificazioni, doveva dirmelo prima. Mi sono sentita tradita e offesa come donna e come moglie».
Un tradimento non fatto di amanti, ma di omissioni. Secondo la cantante, questo silenzio ha pesato come un macigno: «Ci siamo sposati da adulti, pronti ad assumerci responsabilità. Non parlarmi di tuo figlio è stato imperdonabile».
L’investigatore privato e i due appartamenti
Ricciarelli ha ammesso di aver assunto, durante il matrimonio, un investigatore privato per chiarire alcuni sospetti: «Certe cose non mi tornavano. Venne fuori che Pippo aveva intestato due appartamenti alla sua segretaria (Dina Minna nda). Mi disse che se li meritava perché era brava e fedele. Non l’ho mai capita questa frase».
Un episodio che, a distanza di anni, la cantante ricorda con amarezza. Tanto da ironizzare: «Se rinasco, voglio rinascere segretaria».
Le accuse a Giancarlo Magalli: “Cattivo e scorretto”
Non meno esplosiva la parte dedicata al confronto con Giancarlo Magalli, che aveva parlato di lei definendola poco presente durante la malattia di Baudo e incline al gioco d’azzardo. La replica è stata furibonda:
«Prima di parlare dovrebbe pensare ai fatti suoi. Non è al corrente di tante cose, come io non lo sono delle sue. È cattivo. Io non tollero la cattiveria. Gli darei uno schiaffo. Non sono violenta, ma se capita una bella sberla gliela darei. Uno schiaffetto e poi magari lo bacerei» – ha aggiunto asserendo che se la contattasse non vorrebbe parlare con lui.
Ricciarelli si dice «delusa e arrabbiata» dalle parole di chi considerava amico: «Non è stato corretto, ha parlato senza conoscere la verità». Poi la precisazione sull’operazione. “Avevo predisposto tutto per rientrare il giorno dell’intervento di Pippo. Poi chiamai l’assistente e mi disse che aveva trovato un posto libero ed aveva anticipato l’operazione. Rimasi spiazzate e le chiesi perché non mi avesse avvertito. Tutti dovevano passare da lei, non solo io. Non è vero quello che hanno detto”.
“Non ho mai pensato all’eredità”
Alla Toffanin, Katia Ricciarelli ha voluto chiarire anche la questione eredità: «Non ne voglio parlare, non ho mai avuto bisogno di niente. Ho ricevuto persino una diffida per non parlare, ma io non ci penso proprio. Non sono stata rispettata come moglie, e tante persone sapevano senza mai dirmi nulla».
Una ferita ancora aperta
Il ricordo di Pippo Baudo, al di là dei contrasti, resta comunque doloroso. Katia Ricciarelli ha ammesso di aver sofferto molto dopo la sua scomparsa: «Mi dispiace che tante cose le ho sapute solo dopo anni. La mia famiglia era lui, ma c’erano persone che hanno fatto da filtro e mi hanno impedito di stargli accanto».
Un rapporto complesso, fatto di amore, silenzi e rancori mai del tutto risolti, che continua a dividere il pubblico tra chi comprende la sua rabbia e chi la accusa di parlare solo adesso.
Conclusione: tra rabbia e dolore
Lo sfogo a Verissimo ha mostrato una Katia Ricciarelli ferita ma determinata a difendere la sua verità. Le parole su Magalli hanno scosso i social, mentre le rivelazioni sui segreti taciuti da Baudo riaprono un capitolo doloroso della televisione italiana.