Vittorio Sgarbi a Domenica InVittorio Sgarbi a Domenica In

Vittorio Sgarbi intervistato da Mara Venier e Tommaso Cerno a Domenica In

Un’apparizione che non passa inosservata, anzi solleva inevitabili interrogativi. La presenza di Vittorio Sgarbi a Domenica In, andata in onda durante la puntata del 16 novembre, mostra un critico d’arte profondamente affaticato, lontano dall’energia e dalla verve polemica di un tempo. A Mara Venier e Tommaso Cerno, chiamati a presentare il suo nuovo libro, Sgarbi risponde con voce lenta, movimenti ridotti e uno sguardo che raramente si stacca dal volume che tiene in mano. Per molti telespettatori, la scena è inquietante. Per altri, un segnale d’allarme.


Perché le condizioni di Sgarbi hanno allarmato i telespettatori

Il pubblico nota immediatamente qualcosa di insolito: Sgarbi parla lentamente, sembra faticare a tenere lo sguardo fisso e non si alza nemmeno quando lo studio gli dedica un applauso in piedi.
Mara Venier lo richiama dolcemente: «Vittorio, guarda il pubblico, sono tutti per te». Solo allora il critico solleva gli occhi, accennando a un sorriso debole.

Sui social, i commenti esplodono:
«Non sembra lui», «È irriconoscibile», «Speriamo stia bene».
Molti confrontano questa apparizione con quella di pochi giorni prima da Bruno Vespa, già molto diversa rispetto alle stagioni passate.

Le “condizioni evidenti”, come vengono definite da più utenti, alimentano dubbi sul suo stato di salute mentale e fisica, dopo il ricovero per depressione e la recente battaglia giudiziaria avviata dalla figlia Evelina per la richiesta di un amministratore di sostegno.


L’intervista era registrata? Gli indizi che lo fanno pensare

Osservando l’andamento dell’intervista emergono stacchi di montaggio, pause innaturali e un dettaglio che non sfugge agli spettatori più attenti: quando Cerno cita l’archiviazione del caso relativo al dipinto rubato come «notizia di poche ore fa», la cronologia non combacia con la diretta.

La registrazione, quindi, sarebbe avvenuta il giorno precedente. Una scelta probabilmente dettata dalla necessità di tutelare un Sgarbi apparso estremamente provato.


“Evelina? Quello che sta succedendo mi causa dolore

Il tema scottante — la richiesta di amministratore di sostegno avanzata dalla figlia — viene solo sfiorato.
Sgarbi si limita a dire:
«Avrebbe potuto venire da me tranquillamente. Quello che sta succedendo non mi causa alcun dolore».

Una frase che però non chiarisce, non racconta, non approfondisce.
Il resto resta in sospeso, forse volutamente.


Cosa ha detto sul matrimonio con Sabrina Colle?

Su un punto, invece, Sgarbi appare lucido e determinato: il matrimonio con Sabrina Colle.
“Perché mi sposo?”, gli chiede Mara Venier.
Lui risponde con una frase costruita, quasi meditata:

«Per dare, come è giusto, una parte della mia sensibilità e della mia esistenza a chi mi è stata vicino e a chi mi ha dato forza nella difficoltà quotidiana».

Conferma anche la location del matrimonio: la chiesa di Santa Maria dell’Orto a Venezia, città a cui è legato profondamente.
Poi aggiunge una riflessione più emotiva:

«Il tempo non cambia lo spirito delle persone. Alcuni valori vanno condivisi fino in fondo. Finisce lo stupore, rimane l’amore».

Parole che, per molti, diventano il momento più limpido di tutta l’intervista.


Come sta davvero Vittorio Sgarbi?

Le immagini non bastano a formulare una diagnosi, ma mostrano:

  • estrema stanchezza
  • sguardo fisso e basso
  • lentezza nei movimenti
  • difficoltà nel mantenere l’attenzione

Dopo il ricovero per depressione, Sgarbi sembra ancora in una fase fragile. La scelta di continuare la vita pubblica, se da un lato è un segno di volontà, dall’altro apre una domanda inevitabile: sta forzando troppo?

In chiusura, mentre il pubblico applaude, il critico d’arte non reagisce. Una scena che molti hanno definito “triste”, “amara”, “sintomo di qualcosa che non va”.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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